AGI - "Siamo fatti di corpo e anima, e per questo voglio tornare a scuola". Lucia Molè 14 anni, ha scelto di seguire le lezioni di IV ginnasio del Liceo classico Umberto I di Ragusa da una panchina fuori dalla sua scuola, accanto a lei un cartello che riporta la frase di Victor Hugo: "Chi apre la porta di una scuola, chiude una prigione".
È la prima studentessa in provincia di Ragusa a chiedere attenzione. Sul suo computer portatile con il quale segue le lezioni, campeggia la scritta "Presente 100%". Un collegamento reso possibile grazie al telefono e i libri sulle ginocchia. Al momento è da sola, sostenuta dai genitori che le hanno insegnato a combattere per le sue idee, ma spera che altri compagni di scuola possano aggregarsi.
"Alcuni miei compagni la pensano come me, anche a loro non piace la didattica a distanza ma la ritengono giusta comunque", dice Lucia. Non proprio una protesta, ma una richiesta di attenzione che rivendica spiegando le sue ragioni. Ed è per questo che non sposa idee politiche ma ci tiene a spiegare il suo di pensiero.
"Per quanto mi riguarda, ritengo che la scuola sia essenziale, in presenza. Non siamo fatti solo di un corpo ma anche di un'anima; a distanza l'anima senza corpo è un fantasma e corpo senz'anima non prova emozioni, sentimenti. La scuola - continua Lucia - non è solo istruzione, ci fa crescere come persone, ci fa maturare, ci fa confrontare anche nelle diverse idee e la didattica a distanza questo non lo permette. Anche la socializzazione non è la stessa. Sono qui per dimostrare ciò che penso e per fare capire che per noi studenti la scuola è essenziale, è ciò che ci serve per il nostro futuro".
Lucia non è preoccupata dal freddo o dal giudizio degli altri, "voglio fare lezione, non mi interessa se sto al freddo, so che non posso cambiare niente, ma voglio fare capire che ci sono molti studenti che vogliono tornare in classe, non voglio che noi ragazzi siamo presi per quelli che non vogliono tornare a scuola, e' giusto secondo me tornare in classe".