AGI - Lunedì da incubo per i romani che hanno trovano chiusi i cancelli della terza linea della Metropolitana, la Metro C. Una chiusura che non era stata preannunciata è che ha provocato sdegno e proteste da parte dei viaggiatori che sono dovuti ricorrere alle navette sostitutive per raggiungere i posti di lavoro.
Lo stop dell’intera linea, da Pantano a San Giovanni, è durato quasi quattro ore e sarebbe stato causato dalla mancanza del personale, il sospetto è che si sia trattato di una vera e propria protesta legata alla trattativa sui livelli di retribuzione.
Intanto l’Atac ha annunciato che svolgerà accertamenti approfonditi per chiarire le ragioni che hanno provocato la mancata apertura della linea della metropolitana. Il numero di agenti di stazione presenti a inizio turno, infatti, non era sufficiente per garantire l'esercizio in sicurezza della linea.
“L’Atac – ha sottolineato in una nota - sta controllando i documenti giustificativi giunti in azienda da parte del personale assente, anche per valutare eventuali azioni davanti alle autorità”.
Dura la reazione da parte degli esponenti politici della capitale. Per Carlo Calenda, leader di Azione e candidato sindaco di Roma “la notizia del blocco della metro C per ‘mancanza di personale’ dimostra che ormai questa città è fuori controllo”. “Nel momento in cui, anche a causa del Covid, ci sarebbe bisogno di rafforzare il trasporto pubblico coinvolgendo il settore privato – ha detto Calenda - i romani vengono piantati in asso da un’amministrazione inetta e incapace”.
“Stamattina la Metro C non ha aperto a Roma - ha dichiarato il segretario romano del Pd, Andrea Casu - mentre la sindaca anche durante l'emergenza continua a usare il proprio ruolo solo per fare propaganda, tutti i cittadini pagano il prezzo della sua totale incapacità”.
“Stamane si è bloccata la metro C e le navette sostitutive sono state prese d'assalto dai cittadini e viaggiato stracolme - ha dichiarato il vicesegretario del Pd Lazio, Enzo Foschi - se la Sindaca volesse davvero dare una mano alla lotta per abbassare la curva dei contagi da Covid, invece di parlare a vanvera di ciò che non gli compete e non sa, come il Forlanini che già Nicola Zingaretti ha proposto come sede per l'Agenzia europea del farmaco, si occupasse invece, ogni tanto, di ciò che gli compete fare: eviterebbe figuracce e farebbe bene il lavoro per cui è pagata".