AGI - Si allarga il fronte del No alla didattica a distanza, a Torino, dove Anita, studentessa diodicenne della scuola media “Italo Calvino”, da giorni protesta contro la Dad decisa dal governo per limitare il contagio da Covid-19, seguendo le lezioni da remoto davanti al suo istituto, con tanto di sedia, banco e pc.
Nei giorni scorsi anche la ministra Azzolina ha telefonato ad Anita
La giovane è diventata il simbolo del movimento "Priorità alla Scuola" e nei giorni scorsi ha anche ricevuto la telefonata della ministra all’Istruzione Lucia Azzolina, che l’ha definita "ammirevole”, racconta all'AGI la mamma Cristiana Perrone, e le ha spiegato “che farà il possibile per riaprire al più presto le scuole”.
La contestazione di Anita è subito diventata virale, tanto da essere ribattezzata “Schools for Future”, sulla falsa riga di “Fridays for Future”, il movimento ambientalista nato con Greta Thunberg.
La mamma di Anita "mia figlia vuole ritornare a scuola il prima possibile"
“Mia figlia ha iniziato la sua protesta quando hanno dichiarato il Piemonte zona rossa - spiega la mamma di Anita Cristiana Perrone - è stata seguita da alcuni compagni e da altri studenti del liceo classico Gioberti, che si trova a pochi metri dalla “Calvino”. All’inizio stava seduta sulle scale, poi ha cominciato a fare freddo e abbiamo portato sedia e banco".
Proprio le temperature rigide, in arrivo con la stagione invernale, potrebbero fare desistere la 12enne. “Lei non ha intenzione di smettere - aggiunge la mamma - la proposta di Anita è tornare a scuola il prima possibile, è convinta che con i dovuti accorgimenti sia un posto sicuro"
"Se è vero che il problema contagio era legato ai trasporti, - aggiunge la mamma di Anita - i ragazzi delle medie difficilmente prendono i mezzi pubblici per andare a scuola, nella maggior parte dei casi vanno a piedi o c’è qualcuno che li accompagna. Bisogna capire che questi studenti hanno già patito l’anno scorso, a lungo andare la Dad non va bene".
" Anita - conclude - continua a ripetermi che non riesce a concentrarsi, non si può stare 3-4 ore davanti allo schermo, con tutti i problemi di connessione che ci sono. Mia figlia e i suoi compagni non sono certo negazionisti, sanno benissimo che c’è un’emergenza in corso, ma la scuola, almeno quella Media, può essere sicura”.