AGI - Approdi in Sicilia, con lo 'sbarco dei ragazzi' a Pozzallo, e tragedia sfiorata a Lampedusa.In acque Sar maltesi, un velivolo della Guardia di finanza ha avvistato una barca con a bordo 31 migranti; l'imbarcazione è poi giunta in autonomia nelle acque di competenza italiana e a circa 3 miglia sud ovest dall'isola di Lampedusa si è ribaltata.
Immediati i soccorsi coordinati dalla Guardia costiera che ha inviato, in pochissimi minuti, due motovedette, oltre a un elicottero già schierato sull'isola e alle unità della Guardia di finanza, una delle quali, nelle vicinanze del barcone al momento del ribaltamento, aveva già cominciato il recupero dei naufraghi.
Tutti i migranti sono stati tratti in salvo; due di loro sono stati affidati alle cure dei sanitari, ma non sono in pericolo di vita. Poco prima era stato soccorso e scortato un altro barcone con a bordo 186 migranti, di varie nazionalità, fino al porto di Lampedusa. I nuovi arrivati sono stati portati all'hotspot dell'isola.
Sempre sul fronte sbarchi, ha scritto su Twitter Alarm Phone: "Abbiamo appreso che 12 persone in fuga dalla Libia sono giunte a Lampedusa. Eravamo molto preoccupati dopo aver perso il contatto con loro stanotte. Ora siamo sollevati di sapere che siano giunti in salvo! Benvenuti in Europa!".
Approdo anche a Pozzallo: molti degli adolescenti sbarcati da nave della Guardia costiera "Diciotti" portano i segni di un viaggio in condizioni precarie, prima di essere messi in salvo da Open Arms e da Asso 30, e hanno ustioni da idrocarburi. Una ventina di loro hanno contratto la scabbia. Due le ragazzine, 94 i maschi. Le nazionalità dichiarate sono Eritrea, Sierra Leone, Costa d'Avorio, Nigeria, Gambia, Mali, Etiopia, Ciad e Senegal.
Il sindaco di Lampedusa, Totò Martello, intanto, ha scelto di pubblicare sulla sua pagina Facebook la foto della piccola bara bianca con dentro il corpicino del neonato di sei mesi, non sopravvissuto al naufragio di giorno 11 al largo della Libia, e sepolto tre giorni dopo nella piccola isola siciliana: "Non è stato facile decidere di pubblicare questa foto, che racconta la cruda realtà. Adesso il piccolo Joseph riposa nel Cimitero di Lampedusa. Non ci sono parole per descrivere il dolore della madre, che fino all'ultimo è stata accanto a quella bara".
"Ti chiediamo perdono Joseph", afferma la ong spagnola Open Arms, "abbiamo fatto il possibile, ma non è bastato. Il nostro immenso dolore ci darà la forza per continuare a operare per evitare altre morti come la tua. Che la terra Lampedusa ti sia lieve. Grazie al Forum Lampedusa Solidale per averti accompagnato". (AGI)