AGI - La squadra mobile ha acquisito ieri negli uffici della presidenza della Regione Sardegna, su disposizione della procura di Cagliari, i documenti utili a ricostruire l'iter che ha portato Christian Solinas a firmare l'ordinanza 38 dell'11 agosto scorso sulla riapertura delle discoteche pur con le restrizioni anti-Covid.
Intanto il presidente difende la sua decisione, assicurando di aver rispettato tutte le regole e di non essere a conoscenza del parere contrario espresso il 6 agosto scorso dal Comitato tecnico-scientifico da lui nominato.
"Si è messa in moto la macchina del fango per colpire una regione che è più sana di altre", è l'accusa rilanciata oggi da Solinas sulle pagine del quotidiano La Repubblica.
"La Sardegna è stata contagiata da chi è approdato quest'estate nell'isola, non per qualche discoteca aperta".
L'indagine della procura di Cagliari, affidata al pool guidato da Paolo De Angelis che si occupa, tra gli altri reati, anche di quello di epidemia colposa, è stata aperta dopo il servizio di 'Report' andato in onda lunedì scorso su Raitre: davanti alle telecamere della trasmissione alcuni consiglieri regionali della maggioranza di centrodestra hanno riferito di pressioni arrivate da proprietari di noti locali del Nord Sardegna per l'apertura delle discoteche a Ferragosto, nonostante fossero a conoscenza di un aumento dei contagi.
L'ordinanza di Solinas fa riferimento a un parere - dal contenuto ancora ignoto, per quanto sia stato richiesto con un'istanza di accesso agli atti rimasta senza risposta dal 12 agosto - del Comitato tecnico scientifico regionale per l'emergenza Covid. I quattro esperti nominati dal presidente, in un'email del 6 agosto scorso, rivelata ieri da Repubblica.it, si erano, invece, espressi contro il disco verde ai locali da ballo, considerati a forte di rischio di assembramento.
La presidenza della Regione ha precisato ieri sera che il parere contenuti nell'email si riferiva a una bozza di linee guida poi mai adottata. Sarà la procura a far luce sui passaggi che hanno portato all'ordinanza di Solinas, successiva al dpcm del 7 agosto scorso. Dopo l'acquisizione dei documenti, dovrebbero partire le convocazioni in procura per sentire le versioni degli interessati, a cominciare dai consiglieri regionali interpellati da 'Report'.
"Quel documento, che ho letto solo in queste ore dal vostro sito", dichiara a 'Repubblica' Solinas, contro il quale ieri le minoranze in Consiglio regionale hanno annunciato una mozione di sfiducia, "rientrava in una corrispondenza interna con l'assessorato regionale alla Sanità: era riferito a un'altra vicenda, a delle linee guida mai emanate in seguito. Il 6 agosto", ricorda il presidente, ribadendo la precisazione diffusa ieri tramite il sito ufficio stampa, "non c'era alcuna ordinanza regionale e le discoteche erano aperte in virtù del dpcm in tutta Italia".
Quanto l'ordinanza 38 del 12 agosto sulla riapertura, Solinas precisa nell'intervista: "C'erano tutti i requisiti prescritti di andamento della curva che giustificavano l'adozione dell'ordinanza", rimasta poi in vigore solo cinque giorni, fino al 16 agosto. Solinas dichiara di essersi convinto a firmare il provvedimento anche per la posizione assunta dal Consiglio regionale che con un ordine del giorno lo esortava a valutare la riapertura delle discoteche, sentito il parere del Comitato tecnico-scientifico.
"Ad avermi convinto più di altri", racconta Il presidente della Regione a 'Repubblica', "è stato l'intervento di Massimo Zedda dei Progressisti con cui si paventava il rischio di ordine pubblico, oltre che sanitario, per via delle tante feste private e fuori controllo, degli assembramenti in spiaggia e piazze che si sarebbero tenuti nel nostro territorio a ridosso di Ferragosto in caso di mancata riapertura dei locali".
Solinas smentisce di aver ricevuto telefonate o pressioni. "Resto convinto che il contagio cammina sulle gambe delle persone positive, non danza in discoteca"