AGI “Monza come Bergamo se non si ‘chiude’? Non abbiamo certezze, ma ora la situazione sembra essere diversa”.
Dario Allevi, il sindaco della città lombarda più colpita dal contagio dopo Milano (ieri 1.362 casi), spiega all’AGI di essere contrario, almeno per ora, al lockdown ‘locale’ perché “una chiusura rischierebbe di dare dei colpi mortali ad attività che sono già in enorme difficoltà, è un’eventualità che bisogna soppesare con la lente di ingrandimento. Coi sindaci degli altri capoluoghi e con la Regione abbiamo deciso, a meno che non arrivi un peggioramento che non vogliamo neanche immaginare, di provare a tenere duro per questi dieci giorni, un lasso di tempo necessario per capire se le misure possano avere frenato questa crescita costante”.
Il sindaco in isolamento
La paura che non sia la scelta giusta c’è, ammette il primo cittadino, alla guida di una giunta di centrodestra, che si trova in isolamento domiciliare perché convive con una persona che ha contratto l’infezione. “Nessuno ha la verità in tasca, quello che potrebbe succedere nessuno può saperlo con certezza, è normale che ci siano ansia e preoccupazione. Vedo però che il sistema sanitario è più preparato ad affrontare il Covid e poi nella prima ondata arrivava in ospedale gente non dico già in fin di vita, ma in condizioni più gravi di ora. Oggi molti di quelli che si rivolgono al pronto soccorso vengono rimandati a casa perché non hanno sintomi così gravi. Mi auguro che non si debba pensare di poter vivere quello che hanno vissuto gli amici bergamaschi, lodigiani e bresciani”.
Boom contagi colpa di contagi sui mezzi pubblici
Nella prima ondata Monza era stata ‘risparmiata’ come Milano. Ed è proprio la simbiosi con la metropoli ad avere determinato il numero elevato di contagi attuale. “Noi e Milano siamo da sempre una cosa sola, ci sono centinaia di migliaia di lavoratori e studenti che ogni giorno si muovono da Milano verso Monza affollando treni e metropolitane. Ecco, se qualcosa si poteva fare di più per evitare che ci si ritrovasse in questa situazione era rinforzare il sistema dei trasporti pubblici. Si è visto in modo chiaro che il numero dei contagi è schizzato con la riapertura delle scuole e gli enormi assembramenti tra studenti e lavoratori negli orari di punta in metropolitana e sui treni. Il Governo avrebbe dovuto investire di più sui trasporti ”.
Sul futuro prossimo, per evitare che gli ospedali scoppino e la gente sia costretta a curarsi a casa anche con sintomi gravi, Allevi dice che è un problema a cui si sta cercando di “sopperire attraverso i medici di medicina generale e l’aumento delle Usca, la squadre di medici a domicilio che dovrebbero permettere alle persone di curarsi a casa”.