AGI - "Io, capo dell'Aifa, ho preso il Covid per un'imprudenza, sono stato ricoverato per 12 giorni in isolamento, ho contagiato mia moglie ma per fortuna non i miei collaboratori. So dunque di cosa parlo". Nicola Magrini, direttore di Aifa, l'Agenzia italiana del farmaco, racconta in un'intervista al Corriere della Sera come ha contratto il virus: "Credo di essere stato contagiato a Bologna da un medico, mio conoscente, mi sono fermato a parlare in corridoio con il mio amico medico, ambedue senza mascherine per alcuni minuti quasi per rilassarsi e guardarsi meglio negli occhi. Dev'essere successo lì". E aggiunge: "Lui il mercoledì ha saputo di essere positivo e io il venerdì ho avuto febbre e qualche sintomo. Lo riconosco, sono stato imprudente. Ero al primo mese del nuovo incarico e in quelle settimane ho visto tanta gente e stretto troppe mani".
Dopo 6 mesi cosa è cambiato in tema di terapie? "Ora sappiamo che il cortisone è il cardine delle cure: è provato che riduce la mortalità. Un secondo pilastro è l'eparina. All'inizio del prossimo anno arriveranno gli anticorpi monoclonali, opzione preziosissima" mentre il plasma iperimmune "non si sa ancora se funziona, neppure negli Usa dopo oltre 4 mila pazienti trattati". Quanto al remdesivir, dice Magrini, "servono nuovi studi, bisogna vedere se aggiunge qualcosa all'efficacia di cortisone e eparina e il modo per farlo è uno studio randomizzato". Conclusione: "Insomma, serve piu' ricerca e abbiamo bisogno di meno studi clinici ma piu' grandi, randomizzati e piu' coordinati a livello internazionale".