AGI - “Non è vero che il virus è meno forte rispetto a marzo, ma è certamente migliorata la capacità di trattarlo e i pazienti arrivano prima, quando il quadro clinico non è compromesso”. A parlare è Goffredo Angioni, responsabile Uoc Malattie infettive dell'Ospedale Santissima Trinità di Cagliari, il presidio Covid del Sud Sardegna. L'infettivologo - sentito dall'AGI - spiega che, nel suo reparto, il 40% dei ricoverati ha meno di 65 anni, e il 70-75% è di sesso maschile.
Prognosi migliorate rispetto alla prima emergenza
Il più giovane, uno dei primi della seconda ondata, è stato un bambino tedesco di un anno, che è restato appena un giorno in ospedale per accertamenti. Gli altri, hanno 20 anni in su, in linea con il fatto che più si va avanti con l'età e più si è fragili o si hanno altre patologie. La prognosi, in generale, è però migliorata rispetto all'inizio dell'emergenza: “Era un virus nuovo, e venivano intubati praticamente tutti - ricorda Angioni – mentre ora abbiamo dei farmaci che danno ottime risposte”.
Occorre attivare gli Hotel-Covid
Il problema è che il numero di persone che arrivano in Ospedale è maggiore rispetto alla prima ondata. Nei giorni scorsi è stato aperto il quarto reparto Covid, con ulteriori 22 posti a disposizione. A oggi, l'80% dei letti per i pazienti che necessitano di un'intensità di cura alta sono occupati. Ci sono anche persone che sono clinicamente stabili, seppure ancora con tampone positivo, ma che non possono tornare a casa per diversi motivi. Perché, ad esempio, convivono con familiari negativi e non ci sono le condizioni per l'isolamento. Positivi che non necessitano di assistenza ospedaliera e potrebbero trovare posto negli Hotel-Covid.
Rispetto alla prima ondata, quando in Sardegna molti territori erano Covid-free, oggi “c'è una diffusione più capillare del virus, che ha colpito anche piccoli paesi”, ha ricordato il dottor Angioni. L'infettivologo si chiede: “Ha ancora senso andare a tracciare tutti? Non so, forse sarebbe meglio concentrarsi sui sintomatici”. Ma l'attenzione è puntata anche sugli asintomatici: “Molti di loro hanno un'alta carica virale – ha spiegato – quindi la mascherina deve essere portata da tutti, e deve coprire anche il naso”. Sull'ipotesi di un lockdown per fermare la catena di diffusione, Angioni ha rilevato che sicuramente può aiutare, con dei distinguo: “Per le attività in regola non capirei perché dovrebbero chiudere, altre che non seguono le regole invece sì”.