AGI - Il virus corre veloce in tutto il mondo, e con esso anche le conversazioni e gli sbalzi di emozioni su social; i volumi delle conversazioni seguono con precisione l’andamento dei contagi. Proveniamo dai mesi estivi in cui si è parlato meno di Covid rispetto all’inverno, e anche il livello di ostilità sulla gestione dell’emergenza risultava attenuato. Con la ripresa della crescita dei contagi puntualmente crescono anche le conversazioni e le polemiche.
Solo nell’ultima settimana le conversazioni con tema il Covid sono cresciute del 10%, quasi 700mila nell’ultimo mese, un tendenziale costante e progressivo che accompagna la crescita dei contagi e dei ricoveri, tuttavia con focus tematici differenti. Mentre in passato erano il lockdown e la scuola i temi principali della discussione, ora il dibattito si concentra principalmente sulle mascherine, diventate icona della ribellione (i #nomask e le proteste di piazza) e al tempo stesso obbligatorie come previsto dall’ultimo dpcm firmato dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e dal ministro della Salute, Roberto Speranza: le mascherine vanno indossate all’aperto (fatta eccezione per l’attività sportiva) e al chiuso nei luoghi diversi dalla propria abitazione.
Sono raccomandate anche all’interno delle proprie case quando si è in presenza di amici o familiari non conviventi. Misure necessarie e di buon senso per molti, liberticide e lesive dei valori democratici per altri, almeno a giudicare dall’analisi delle conversazioni in rete.
È sorprendentemente basso, invece, il volume delle conversazioni sui problemi economici conseguenti Covid, appena 5,88% del campione, nonostante le incertezze e soprattutto la scadenza a fine anno del blocco dei licenziamenti (nonostante il Governo stia pensando a una proroga).
Di lockdown si parla maggiormente al nord, la zona d’Italia più colpita dalla pandemia durante l'inverno scorso, l’attenzione sul tema dei contagi è ancora altissima specialmente in queste ore nelle quali si parla di nuove chiusure localizzate regionali.
Unica eccezione, il Lazio, la regione italiana con la maggiore concentrazione di conversazioni sul lockdown proprio perché in queste sono state ipotizzate dai vertici istituzionali regionali delle mini chiusure localizzate, come è già stato fatto nella provincia di Latina.
Ovviamente nelle conversazioni degli utenti rientrano gli sportivi che hanno annunciato la positività al virus: Valentino Rossi, Federica Pellegrini, Cristiano Ronaldo. I numerosi messaggi di vicinanza e affetto sono gli unici in grado di moderare il sentiment complessivo dell’analisi, all’89% negativo.
I social restituiscono l’immagine di paese arrabbiato, stanco, deluso, preoccupato e soprattutto, ancora una volta, diviso. Chi chiama in causa il fascismo, chi l’aborto, chi fa accostamenti con altre tragedie come i morti durante gli sbarchi dei migranti.
Il Covid diventa così un grande detonatore sociale che trova nei social media l’amplificazione per conversazioni di ogni tipo, utilizzando registri comunicativi molto differenti tra loro.
Stop a feste e calcetto. Mascherine anche per attività motorie all’ aperto, divieto di incontri privati nelle proprie case. La libertà personale è diventata violabile con meri atti amministrativi. Mi chiedo: non c’era forse più libertà durante il fascismo?
— Paolo Becchi (@pbecchi) October 11, 2020
"Dittatura sanitaria è quando non ti permettono di abortire o non ti è concessa l'eutanasia, non quando devi mettere una mascherina per proteggere te e gli altri"
— (@_libellula70) October 11, 2020
I caratteri cubitali per i morti di Covid ci avvertono, ci tengono svegli.
— Luca Bizzarri (@LucaBizzarri) September 26, 2020
Poi ci sono 111 persone, madri e figli, morte oggi al largo della Libia e al di lá di come la si pensi su problema e soluzioni, quei morti, quella conta, fa meno rumore, sono morti a cui ci siamo abituati.
Anche i politici si posizionano nella discussione pubblica offrendo diverse narrazioni del Covid, e la Lega si conferma non solo il partito più attivo sui social, ma anche il più presente nella discussione sul coronavirus pubblicando il 46% dei contenuti, declinati su temi tradizionalmente legati al carroccio: immigrati, tasse e MES, tutti in chiave Covid. Seguono Fratelli d’Italia (11%) e Forza Italia (11%) confermando il centro-destra come leader nella comunicazione digitale presidiando le principali piattaforme social media.
Come #Lega abbiamo proposto meccanismi alternativi per non rovinare ulteriormente #famiglie #pensionati #partiteIva #commercianti #imprenditori con il pagamento delle #cartelleesattoriali.
— Giulio Centemero (@GiulioCentemero) October 16, 2020
Ad oggi il #governo ha deciso di non ascoltarci. Una follia che si poteva fermare subito! pic.twitter.com/cChsLmB0Lp
Di tutt’altro tipo la comunicazione del Partito Democratico, propenso a dare evidenza agli investimenti realizzati, alle azioni intraprese, e alle indicazioni sul mantenimento dei comportamenti responsabili.
"Una libertà rivendicata o anche soltanto praticata in maniera esclusiva non sarebbe tale, sarebbe una richiesta di arbitrio.
— Partito Democratico (@pdnetwork) October 15, 2020
E questo riguarda i comportamenti che animano la vita sociale come la vita della comunità".
Le bellissime parole del Presidente Sergio Mattarella. pic.twitter.com/PmX4x4gUwe
Da notare come la comunicazione della Lega sia sempre stata costante con dei picchi di volumi durante l’ultima settimana, definendo una curva nettamente superiore a quelle di tutte le altre forze politiche, mentre PD, Movimento 5 Stelle e Azione non hanno mai superato i partiti di opposizione nella quantità di post pubblicati, nonostante l’engagement complessivo sia leggermente superiore.
Da segnalare il profilo moderato e inclusivo assunto dal Ministro degli Esteri Luigi di Maio, che invoca dialogo tra maggioranza e opposizioni. Un invito alla collaborazione e al confronto. L’ulteriore conferma di come il Movimento 5 Stelle stia evolvendo alla ricerca di un nuovo profilo identitario, in vista dei prossimi Stati Generali.
Sulla pagina di KPI6 Networthy, la fonte dei dati utilizzati in questo articolo.
In questa fase serve massima collaborazione tra le istituzioni, serve dialogo tra maggioranza e opposizioni. No a slogan propagandistici, no ad attacchi strumentali. Serve confrontarsi anche tra Stato centrale, Regioni e amministrazioni locali.
— Luigi Di Maio (@luigidimaio) October 16, 2020
➡️https://t.co/E3eaVTXkPv pic.twitter.com/Mxsp9ekEJI