AGI - Il pronto soccorso dell’ospedale Sacco di Milano “è invaso di pazienti covid, abbiamo pregato il 118 di non portare urgenze qui, anche se ovviamente chi si autopresenta viene curato normalmente”. A dirlo all’AGI è Maurizio Viecca, direttore della Cardiologia, che però sottolinea una differenza fondamentale tra questa seconda ondata di contagi e quella della primavera scorsa: “La maggior parte dei pazienti ora non ha bisogno della terapia intensiva né di essere intubata”.
Ieri, spiega Viecca, è stata riscontrata la positività di un’infermiera che lavora in cardiologia, sottoposta a tampone dopo avere manifestato blandi sintomi influenzali. “Abbiamo deciso di tamponare tutti medici, al momento nessuno è positivo, stiamo aspettando i risultati ma, dato che noi da sempre usiamo le Fp2, anche se qualcuno risultasse infettato, non ci sarebbero problemi. Per il momento, manteniamo i ricoveri che non possiamo rimandare. Il reparto è attivo e funzionante, con alcune ovvie limitazioni”.
“La verità è che il Covid è ripartito alla grande – prosegue il medico, autore del 'Protocollo Viecca' per curare le trombosi da Covid – anche perché abbiamo un po’ abbassato la guardia. Però va sottolineato che il tasso di mortalità è analogo a quello degli altri Paesi, non come in primavera quando in Germania era al 3% e in Italia al 15%. Occorre che i mezzi di informazione, che hanno un ruolo quasi pari a quello dei medici, insistano sulla necessità di usare la mascherina. Io lo dico da marzo. Quando Oms e Istituto Superiore della Sanità non ritenevano che fosse fondamentale, le distribuivo a pazienti e visitatori. In ogni caso – conclude – qui ci stiamo riorganizzando per non farci prendere in contropiede”.