AGI - Due sentenze di assoluzione, in primo e in secondo grado, hanno messo un punto fermo sulla vicenda che ha coinvolto il cantante Marco Carta, ma c'è voluto un anno e mezzo per decretare che l'ex vincitore di Sanremo non è colpevole di aver rubato sei magliette del valore di 1.200 euro alla Rinascente di Milano.
Il fatto risale al 31 maggio 2019, quando il cantante fu fermato insieme all'amica Fabiana Muscas nei pressi del grande magazzino: l'arresto avvenne in flagranza, perché le magliette erano state trovate nascoste nella borsa dell'amica.
Le indagini, condotte dalla polizia locale di Milano, su delega del pm Nicola Rossato, avevano portato ad un processo finito il 31 ottobre con l'assoluzione di Carta in primo grado davanti alla sesta sezione penale del Tribunale di Milano (giudice Stefano Caramellino).
Dall'altro lato la Muscas si era addossata tutta la colpa del furto e per questo da gennaio di quest'anno si trova all'istituto di messa alla prova. Era stata poi la procura generale a chiedere l'avvio di un secondo giudizio, a dicembre 2019, contro l'assoluzione per il cantante. È bastata però soltanto un'udienza d'appello, oggi, per confermare il primo grado, e per rigettare la richiesta del sostituto pg Celestina Gravina, che voleva per Carta una condanna a 8 mesi.
I giudici d'Appello hanno dunque accolto le ragioni della difesa, condotta dall'avvocato Simone Ciro Giordano: secondo la memoria difensiva presentata davanti alla Corte, era da considerare inattendibile la testimonianza chiave, quella di Fabrizio Presti, coordinatore degli addetti all'accoglienza clienti del grande magazzino.
Fra i punti contestati anche la permanenza del cantante nel camerino per oltre 30 minuti: un elemento sospetto per l'accusa, che i legali hanno spiegato così: "Carta, per ogni maglietta provata, si dirigeva, anche più volte, verso lo specchio posto a distanza dal camerino, si fermava a farsi osservare dall'amica per commentare il capo di abbigliamento indossato, sceglieva di volta in volta le magliette da indossare a seconda del colore e, prima ancora di uscire dal camerino, verificava egli stesso la vestibilità del capo, essendo particolarmente vanitoso".
Ed è stata proprio l'amica Muscas a commettere il furto e a dichiararne il fine: fare un regalo a Carta per il suo compleanno, avvenuto 10 giorni prima. "Sono felicissimo": è stato questo il commento del cantante alla notizia della conferma in appello della sua assoluzione. Le parole sono state affidate all'avvocato. Che ha chiosato: "Oggi (ieri, ndr) con la sentenza di rigetto della Corte d'Appello alla richiesta di condanna del procuratore generale abbiamo avuto l'ennesima conferma della sua estraneità ai fatti. La questione ora è definitivamente archiviata anche se il dolore e il danno d'immagine subiti restano e non potranno mai essere ripagati".