AGI - “Abbiamo avuto oltre 1.300 casi legati al ritorno dalla Sardegna, ricostruiti attraverso tracciamenti e i test al porto di Civitavecchia”. Spiega così l’Assessore alla Sanità del Lazio Alessio D’Amato, in un’intervista a Il Foglio, la linea dura della Regione contro il Covid, “figlio del rientro dalle vacanze”.
“I numeri erano già consistenti, poi abbiamo visto che i contagi si sviluppavano anche nel contesto famigliare”. Altro campanello d’allarme, secondo l’Assessore, “i molti casi in alcune comunità, come per esempio in quella peruviana”.
Terzo, la riapertura delle scuole, ciò che ha contribuito – secondo D’Amato – “al riaccendersi del rischio, motivo per cui adesso è necessario uno sforzo per recuperare il livello di attenzione precedente all’estate sulle regole base: distanziamento, mascherine, lavaggio mani, no agli assembramenti”.
“L’altro punto della strategia di contenimento sono i test e il tracciamento”, dice D’Amato, infatti “i test sono triplicati, secondo una pluralità di forme: dal tempone tradizionale ai test rapidi che abbiamo usato negli aeroporti di Ciampino e Fiumicino, su oltre 31 mila persone, e che useremo nelle scuole, dove per i più piccoli ci saranno i test salivari, meno invasivi. Ripeto: solo testando quanto più possibile si riesce davvero a fare prevenzione”.
Il Lazio, spiega ancora l’Assessore alla Sanità laziale, “non ha “un unico modello di azione” ma “vari modelli flessibili a seconda dell’evolvere della situazione”. E conclude: “Facciamo questo per evitare un lockdown, dobbiamo lavorare duro per queste due-tre settimane per arrivare sereni all’inverno”.