AGI - "Possiamo far rinascere tra tutti un'aspirazione mondiale alla fraternità dopo che il Covid-19 ha messo in luce le nostre false sicurezze. Al di là delle varie risposte che hanno dato i diversi Paesi, è apparsa evidente l'incapacità di agire insieme. Malgrado si sia iper-connessi, si è verificata una frammentazione che ha reso più difficile risolvere i problemi che ci toccano tutti". Lo scrive Papa Francesco nella sua enciclica Fratelli Tutti.
"Il mondo avanzava implacabilmente verso un'economia che, utilizzando i progressi tecnologici, cercava di ridurre i 'costi umani', e qualcuno pretendeva di farci credere che bastava la libertà di mercato perché tutto si potesse considerare sicuro. Ma il colpo duro e inaspettato di questa pandemia fuori controllo ha obbligato per forza a pensare agli esseri umani, a tutti, più che al beneficio di alcuni", aggiunge.
"Voglia il Cielo che non ci dimentichiamo degli anziani morti per mancanza di respiratori, in parte come effetto di sistemi sanitari smantellati anno dopo anno", prosegue. "Che un così grande dolore non sia inutile, che facciamo un salto verso un nuovo modo di vivere e scopriamo una volta per tutte che abbiamo bisogno e siamo debitori gli uni degli altri, affinché l'umanità rinasca con tutti i volti, tutte le mani e tutte le voci, al di là delle frontiere che abbiamo creato".
"In questo spazio di riflessione sulla fraternità universale, mi sono sentito motivato specialmente da San Francesco d'Assisi, e anche da altri fratelli che non sono cattolici: Martin Luther King, Desmond Tutu, il Mahatma Gandhi e molti altri. Ma voglio concludere ricordando un'altra persona di profonda fede, la quale, a partire dalla sua intensa esperienza di Dio, ha compiuto un cammino di trasformazione fino a sentirsi fratello di tutti. Mi riferisco al Beato Charles de Foucauld". Sono queste le parole con cui Papa Francesco chiude la sua enciclica "Fratelli tutti".
De Foucauld, rievoca il Pontefice, "andò orientando il suo ideale di una dedizione totale a Dio verso un'identificazione con gli ultimi, abbandonati nel profondo del deserto africano. In quel contesto esprimeva la sua aspirazione a sentire qualunque essere umano come un fratello, e chiedeva a un amico: 'Pregate Iddio affinche' io sia davvero il fratello di tutte le anime di questo paese'. Voleva essere, in definitiva, 'il fratello universale'. Ma solo identificandosi con gli ultimi arrivo' ad essere fratello di tutti. Che Dio ispiri questo ideale in ognuno di noi"