Il gup Nunzio Sarpietro ha rinviato l'udienza preliminare di Matteo Salvini per il caso Gregoretti al 20 novembre e al 4 dicembre. "Tornerò a Catania. E non tornerò da solo" ha detto il segretario leghista a proposito della decisione del gup di audire Giuseppe Conte e altri quattro ministri ed ex ministri.
"Ero tranquillo e tornerò a casa ancora più tranquillo" ha detto assicurando di non considerare quello sul caso Gregoretti un processo politico. "Ho sempre confidato nella libertà di giudizio dei giudizi catanesi. E la giornata di oggi ne ho avuto la prova", ha aggiunto "In un momento di crisi come questa. Da italiano vorrei che il presidente del Consiglio e i ministri si occupassero dei problemi degli italiani e non dovessero andare in giro per tribunali a raccontare quello che tutti sanno. Mi auguro che il presidente del Consiglio e i ministri vengano qua mezz'ora e poi tornino a occuparsi dei problemi degli italiani. Mi sono rifiutato di dire 'sono colpevoli anche loro'. La mia tesi è che sono innocenti anche loro. Avrei potuto dire il contrario per spirito di vendetta. E invece io spero che vengano qua per mezz'ora e poi si occupino di altro"
Per Salvini "la giustizia funziona"
"Devo dire che la giustizia italiana è comunque una giustizia che funziona" ha aggiunto Salvini.
"Abbiamo ribadito che non esiste un obbligo di sbarco immediato" ha puntualizzato l'avvocato Giulia Bongiorno "Abbiamo sottolineato che la procedura che è stata utilizzata nel caso della Gregoretti non era una iniziativa estemporanea di Salvini che era improvvisamente impazzito: la scelta di attendere prima di fare sbarcare i migranti, si inseriva in una procedura prevista anche nel contratto di governo e dal Consiglio del 18 giugno 2018. Una procedura che prevede un tempo di due settimane, ben più lungo dunque di quello utilizzato da Salvini".
La normativa europea, ha poi aggiunto l'avvocato, parla della necessità di sbarcare i migranti "in tempi ragionevoli", e di una flessibilità collegata "agli accordi tra gli stati membri". "I due termini dunque sono - ha proseguito - flessibilità e ragionevolezza. Non esiste, insomma, obbligo di sbarco immediato. La procedura utilizzata nel caso della nave Gregoretti, la scelta di attendere si inseriva nell'ambito di una procedura prevista nel contratto di governo e dal Consiglio europeo del 18 giungo 2018".
Per la legale, "sbaglia dunque il Tribunale dei reati ministeriali nel ritenere l'attesa una scelta di Salvini finalizzata al sequestro. Abbiamo anche indicato le parole pronunciate dal presidente Conte in Senato e nella conferenza stampa di fine anno: alle domande ha risposto spiegando che la procedura prevedeva prima la redistribuzione poi lo sbarco. Esiste una sequenza chiara". Questa, assicura Bongiorno, "non è una chiamata in correità di nessuno, ma la dimostrazione di una prassi e di una procedura già prevista dal Consiglio d'Europa e che esiste tuttora".