AGI - A 76 anni dalla sua morte, Pietro Venni, uno dei tanti soldati che hanno perso la vita nella Seconda Guerra Mondiale torna a casa e da domenica pomeriggio si ricongiungerà nel cimitero di Romagnese, sulle colline dell’Oltrepo Pavese alla moglie Maria Ida, rimasta vedova a 26 anni e al figlio Lorenzo, mancato un anno fa e che lo vide l’ultima volta all’età di 5 anni.
Un soldato che ha servito la patria da Alpino partecipando a missioni di guerra sul Montenegro, rischiando la vita, per poi tornare a casa ed essere richiamato in zona di guerra ed essere stato catturato assieme ai coscritti della classe 1914 e 1915 chiamati a ricostituire il 38° battaglione di Fanteria (la Ravenna quasi completamente annientata nella campagna Russia) nella caserma Passalacqua di Tortona.
Qui venne catturato nel settembre del ’43 e da Tortona trasferito in Germania dove venne internato in campo di prigionia e tenuto per almeno un anno prima di essere portato, ormai malato in fase terminale, a morire in ospedale per prigionieri di guerra di Weingarten a soli 29 anni.
Sepolto presso il cimitero civile di Weingarten (sul lago di Costanza al confine tra Austria e Germania) con onori militari resi dalla Wermacht (le forze armate tedesche) fu recentemente trasferito nel cimitero Militare Italiano d’onore a Monaco di Baviera.
“Come nipoti lo abbiamo saputo facendo alcune ricerche attraverso il ministero della Difesa, con cui ci siamo successivamente messi in contato per 'farlo tornare a casa' - hanno spiegato Enrico e Pietro Venni -. Un regalo da nipoti a nostro padre Lorenzo (scomparso il 21 ottobre 2019), il figlio di Pietro Venni, che non ha potuto avere questa soddisfazione.
Purtroppo tra pratiche e lockdown solamente ora siamo riusciti a trasferirlo a Romagnese dove è giunto mercoledì in attesa di una cerimonia religiosa e poi pubblica sul piazzale del Comune con autorità politiche, civili e militari”.