AGI - "La situazione dei tamponi ai pazienti pediatrici è critica e al tempo stesso confusa: sarà importante trovare soluzioni più rapide". E' con queste parole che Rino Agostiniani, direttore dell'Area Pediatria e Neonatologia della Asl Toscana Centro, commenta, in un'intervista con l'AGI, le attuali disposizioni sulla possibilità di eseguire tamponi ai pazienti pediatrici, sottolineando che la ripresa delle attività didattiche, ma soprattutto il ritorno dei virus stagionali, potrebbero rendere ancora più complicata la gestione della situazione.
"Le indicazioni ministeriali - spiega l'esperto - hanno identificato uno spettro di sintomi molto ampio per sospettare la patologia da SARS-CoV-2, allo scopo di tracciare nel modo più esteso possibile i contagi e individuare i potenziali focolai; per questo i pediatri stanno inserendo nel percorso Covid, che prevede l'esecuzione del tampone, un largo numero di bambini. Grazie a un rapido calcolo, abbiamo stimato che presto, nella sola regione Toscana, saranno necessari circa quattro o cinquemila tamponi al giorno per i soli pazienti in età pediatrica. Una cifra considerevole, soprattutto alla luce del fatto che non sono stati ancora approvati dall'Istituto Superiore di Sanità i test rapidi antigenici".
Il pediatra ribadisce che attualmente la situazione negli ospedali e nelle cliniche è sotto controllo, perchè l'esperienza della scorsa primavera ha consentito di adeguare le procedure assistenziali alla nuova realtà della pandemia e il flusso dei pazienti ancora non è eccessivo, ma con l'avvicinarsi della stagione invernale il quadro potrebbe aggravarsi. "Il problema - sostiene Agostiniani - al momento è soprattutto a livello dell'assistenza territoriale; i bambini sono stati finora interessati in maniera marginale dalla pandemia, mentre sono molto vulnerabili alle comuni infezioni respiratorie che si diffonderanno nei prossimi mesi, per cui sarà davvero difficile riuscire a discernere i casi di Covid-19 dalle influenze stagionali.
Effettuare tamponi su ogni bimbo con un semplice raffreddore porterà inevitabilmente a una saturazione del sistema, provocando tempi di attesa allungati, vanificando gli sforzi volti a diagnosticare e isolare tempestivamente ogni nuovo caso. Il guadagno in numero di tamponi effettuati potrebbe infatti essere contrastato dalla necessità di tempi di attesa più lunghi per conoscere il risultato".
Una possibile soluzione, secondo l'esperto, potrebbe essere quella di utilizzare i test rapidi antigenici, più veloci anche se meno sensibili, perchè ottenere responsi più in fretta potrebbe garantire una migliore gestione della situazione emergenziale e consentire la visita dei bambini in sicurezza da parte dei pediatri, come giustamente richiesto con forza dai genitori. Il pediatra sostiene che la disponibilità di una risposta immediata non solo potrebbe semplificare la diagnosi, ma anche rassicurare le famiglie e le strutture didattiche, consentendo con più rapidità un rientro sicuro e consapevole a scuola.
"Nei prossimi mesi dovremo inevitabilmente convivere con il coronavirus - conclude Agostiniani - e se sarà fondamentale identificare i casi positivi il più tempestivamente possibile, cosi' da individuare i potenziali focolai anche tra i pazienti pediatrici. Al tempo stesso dovremo garantire la continuità della frequenza scolastica e le cure adeguate per tutte le patologie che comunque interesseranno i bambini e che il coronavirus non farà certo sparire".