AGI - Possono rappresentare la vera svolta per frenare il contagio, superando il principale problema del tampone molecolare, quello tradizionale, ossia i tempi lunghi per avere l'esito, mediamente 24-48 ore se il sistema non è sotto stress. I tamponi "rapidi", più precisamente test antigenici, apparentemente simili a quelli standard ma con un diverso target di analisi, danno il risultato in pochi minuti, e dopo mesi di utilizzo sperimentale soprattutto negli aeroporti (a partire da quelli romani) il responso è che l'affidabilità è accettabile, e se è ancora leggermente meno accurata dei tamponi standard questo si compensa decisamente con i tempi velocissimi per avere il responso.
Lo ha detto chiaramente il ministro Speranza oggi al Question time: "Con l'ordinanza del 13 agosto per primi in Europa abbiamo dato via libera ai test antigenici utilizzati agli aeroporti. Dopo circa un mese i risultati sono incoraggianti e la valutazione del ministero è che si possano iniziare a utilizzare anche fuori dagli aeroporti".
E proprio il Lazio, regione che per prima, insieme al Veneto, ha puntato sui test rapidi forte dell'analisi e della validazione dell'ospedale Spallanzani, ha fatto un ulteriore passo avanti, annunciando l'avvio da domani di una campagna di tamponi antigenici nelle scuole.
Il motivo della possibile svolta è chiaro: c'è una differenza notevole tra fare un tampone tradizionale a un caso sospetto e attendere poi due o tre giorni (ma i medici di famiglia di Roma, ad esempio, hanno denunciato che con i primi segnali di stress del sistema il periodo di attesa si è dilatato anche fino a 4 o 5 giorni) e un test che in un quarto d'ora dà il risultato.
Specie con l'inverno (e i suoi malanni stagionali) alle porte. Ma cosa sono i tamponi rapidi? Si tratta sempre di tamponi rinofaringei, ma a differenza di quelli molecolari, ritenuti ancora dall'Oms il 'Golden standard' della diagnosi Covid, non cercano il materiale genetico del virus, con un'operazione di amplificazione in laboratorio dei frammenti di Rna. Perché è tuttora il metodo più sicuro (circa l'1% di rischio errore), ma come detto decisamente lento.
Si tratta invece si test antigenici: non cercano il virus a livello molecolare ma solo una parte, la proteina virale (o antigene), utilizzando una striscia dove sono presenti anticorpi. Inserendo il campione estratto dal tampone, in caso di positività si crea una reazione, gli anticorpi, usati come una sorta di esca del virus, si attivano e la striscia cambia colore. Proprio come un test di gravidanza. Non servono complesse e costose sostanze chimiche, ne macchinari specializzati. Per ora vengono utilizzati prevalentemente come primo screening, ossia se danno un responso positivo si tende a chiedere la conferma con il tampone "classico", ma la ricerca fa passi da gigante ed è possibile che presto la comunità scientifica ne riconosca un'affidabilità quantomeno molto vicina a quella dei test molecolari.
Si parte domani dalla Asl Roma 4: "Il primo intervento - rende noto l'Unità di Crisi regionale - è stato programmato nel liceo scientifico Vian ad Anguillara. È stata inviata dalla direzione dell'istituto una circolare ai genitori per raccogliere l'adesione volontaria al test che è stata molto buona. Da domani mattina inizieranno le attività di testing che proseguiranno a rotazione con gli altri istituti del territorio".