AGI - Il suo ricorso è stato vano, così come le parole di autodifesa che stamane ha rivolto all'assemblea: "Non ho mai venduto la mia funzione, sono stato travolto ma non mi sento moralmente indegno". Luca Palamara è definitivamente fuori dell'Anm, l'associazione che ha guidato dal 2008 al 2012: è la prima volta, nella storia del sindacato delle toghe, che un magistrato che ne è stato presidente viene espulso.
L'assemblea dell'Anm convocata oggi - con, al primo punto proprio il ricorso del pm di Roma (sospeso da oltre un anno a seguito dell'inchiesta di Perugia che lo vede coinvolto per il reato di corruzione) contro la sua espulsione deliberata dal direttivo nello scorso giugno - ha preso una posizione netta, con la pressoché totalità dei voti (111 su 113, espressi con modalità segreta) a favore della massima sanzione per Palamara, il quale aveva anche sollecitato di rinviare il voto, in attesa che la disciplinare del Csm - davanti alla quale è sotto procedimento - sciolga la riserva sull'utilizzabilita' delle intercettazioni agli atti di Perugia.
"Chiedo di essere giudicato serenamente e chiedo a tutti di leggere gli atti", ha detto all'assemblea, la quale, però, si è subito opposta a qualsiasi slittamento. Pochissimi si sono espressi per il differimento della decisione - tra questi il giudice di Ragusa Andrea Reale, il quale ha rilevato una "fortissima chiamata in correita'" nelle parole di Palamara - e dunque si è arrivati al voto, dopo un dibattito serrato e profondamente critico nei confronti delle condotte dell'ex presidente Anm.
"Voglio un'Anm indipendente da Lotti e Ferri, quindi Palamara deve essere fuori dall'associazione", ha sottolineato con forza Marcello Basilico (Area), componente di Giunta. In particolare, dure critiche vengono espresse sulla frase di Palamara, che, raccontando la sua vita di magistrato, ha detto: "Ho fatto lo scribacchino di atti e poi una vita di rappresentanza". "Palamara non può stare nella mia stessa associazione - ha replicato Mario Palazzi, il pm di Roma titolare proprio dell'inchiesta Consip su Lotti e altri - non siamo scribacchini, lavoriamo con la schiena dritta e non bussiamo alla porta dei politici".
"Chi era all'hotel Champagne non stava lavorando per la magistratura ma per interessi personali", ha detto poi Cristina Ornano, presidente di Area. "Chi ha ruoli dell'Anm continua a lavorare, fa il suo lavoro e poi si dedica all'impegno associativo", ha osservato il segretario del sindacato delle toghe Giuliano Caputo, il quale ha anche rilevato la "scarsa partecipazione all'assemblea, ma voglio pensare che se non ci fosse stata una situazione di pandemia questa aula sarebbe stata piena".
Infine, l'affondo del presidente Anm Luca Poniz: "L'associazione a cui pensa Palamara non esiste più e di ciò sono contento, è un primo buon risultato. L'Anm di oggi non pensa alle carriere ma alla tutela dei colleghi". Alla fine, dunque, espulsione confermata: "Da magistrato e da cittadino che crede profondamente nel valore della giustizia equa ed imparziale ribadisco che le decisioni devono essere rispettate. Con altrettanta forza ribadisco di non aver mai barattato la mia funzione", commenta Palamara, augurando "buon lavoro all’Anm nell’auspicio che torni ad essere la casa di tutti i magistrati".