AGI - In un’intervista al “Corriere della Sera” Alberto Mantovani, direttore scientifico di Humanitas e professore emerito di Humanitas University, suggerisce di fare “le vaccinazioni raccomandate” perché proprio lui, che è il ricercatore italiano più citato nella letteratura scientifica internazionale, ha potuto riscontrare che "vaccinarsi può aumentare il tono di base dell’immunità innata, come in un allenamento".
Quindi Mantovani spiega anche che l’immunità innata “è la prima linea di difesa del sistema immunitario” tanto che “si stima che in più del novanta per cento dei casi in cui combattiamo contro un potenziale patogeno, l’aggressione sia affrontata dai meccanismi complessi di questa linea di difesa”, che viene chiamata appunto “innata”, “perché non ha bisogno di aver incontrato un microbo specifico prima”.
Poi Mantovani aggiunge che invece “la seconda linea di difesa, cioè il sistema immunitario che si manifesta con gli anticorpi, è dotata di ‘memoria’, mentre si credeva che l’immunità innata non lo fosse. Le osservazioni che abbiamo fatto – spiega ancora – hanno mostrato che anche nell’immunità innata c’è una sorta di ‘memoria’, che preferiamo chiamare ‘allenamento’ ed è una protezione che non riguarda un solo virus, ma è più ampia”.
Quindi, conclude il direttore scientifico di Humanitas, “le persone vaccinate sono protette da altre malattie infettive polmonari, ma non solo da quelle” ma ciò “non vuol dire, però, che ci si debba vaccinare da ora con il vaccino anti-tubercolotico per proteggersi contro il Covid, perché attualmente mancano i risultati completi delle sperimentazioni in corso”.