AGI - Basta all'arrivo di pacchi che contengono semi e piante straniere negli Stati Uniti. Lo ha deciso Amazon, dopo che questa estate in tutto il mondo sono stati recapitati pacchi sospetti contenenti semi di origine misteriosa, in molti casi provenienti dalla Cina. La misura è diretta a proteggere l'agricoltura americana che potrebbe subire danni dall'immissione di piante infestanti, ha anticipato il Wall Street Journal.
Ma l'allarme è anche in Italia
Un allarme però che non si limita agli Usa, perché l’invasione di insetti e organismi 'alieni' arrivati nelle campagne italiane soprattutto con le piante ed i semi dall’estero ha causato danni per oltre un miliardo nel 2019 con gravissimi effetti sul piano ambientale, paesaggistico ed economico. Ad affermarlo è la Coldiretti, che mette in guardia dal rischio della diffusione di infestanti, insetti e malattie dannose per l'agricoltura, anche da noi, come già accaduto ad esempio per il punteruolo rosso che ha decimato le palme italiane.
Palme, ulivi e castagni sotto attacco
I nemici arrivano quasi sempre, più o meno direttamente, dal gigante asiatico. Dal moscerino dagli occhi rossi (Drosophila suzukii) che colpisce la frutta, al cinipide del castagno (Dryocosmus kuriphilus) fino alla cimice asiatica (Halyomorpha halys), l’insetto polifago che colpisce oltre 300 diversi vegetali, che – precisa la Coldiretti – ha messo in ginocchio i produttori italiani, per la mancanza di nemici naturali, con circa 740 milioni di euro di danni provocati nel solo 2019 e 48mila aziende agricole italiane colpite. E danni ha fatto anche la Drosophila suzukii, il moscerino killer molto difficile da sconfiggere che ha attaccato ciliegie, mirtilli e uva dal Veneto alla Puglia.
Le castagne hanno pagato un conto salatissimo per colpa del cinipide galligeno del castagno, il Dryocosmus kuriphilus, proveniente dalla Cina che provoca nella pianta la formazione di galle, cioè ingrossamenti delle gemme di varie forme e dimensioni contro il quale è stata avviata con successo una capillare guerra biologica attraverso lo sviluppo e accurata diffusione dell’insetto Torymus sinensis, un antagonista naturale, anche se ci vorrà ancora tempo per ottenere un adeguato contenimento.
Ma c’è anche il punteruolo rosso Rhynchophorus ferrugineus originario dell’Asia che ha fatto strage di palme dopo essere comparso in Italia per la prima volta nel 2004 e da allora si è dimostrato un vero flagello, interessando il verde pubblico e privato in Sicilia, Campania, Calabria, Lazio, Liguria, Abruzzo e Molise.
La produzione Made in Italy di miele di acacia, castagno, di agrumi e mille fiori – sostiene la Coldiretti – è invece minacciata da due insetti killer, il calabrone asiatico (Vespa velutina) e il coleottero africano (Aethina tumida) che mangiano e rovinano il miele, il polline e, soprattutto, la covata annientando la popolazione di api o costringendola ad abbandonare l’alveare.
Senza dimenticare il batterio della Xylella che è stato introdotto con molta probabilità dal Costa Rica attraverso le rotte commerciali di Rotterdam che ha devastato gli uliveti del Salento. Dall’autunno 2013, anno in cui è stata accertata su un appezzamento di olivo a Gallipoli. La malattia si è estesa senza che venisse applicata una strategia efficace per fermare il contagio che, dopo aver fatto seccare gli ulivi leccesi, ha intaccato il patrimonio olivicolo di Brindisi e Taranto, arrivando pericolosamente in provincia di Bari.
Globalizzazione e pochi controlli
Sotto accusa è il sistema di controllo dell’Unione Europea con frontiere colabrodo – denuncia la Coldiretti – che ha lasciato passare materiale vegetale infetto e parassiti vari.
Una politica europea troppo permissiva che consente l’ingresso di prodotti agroalimentari e florovivaistici nell’Ue senza che siano applicate le cautele e le quarantene che devono invece superare i prodotti nazionali quando vengono esportati con estenuanti negoziati e dossier che durano anni.
Per effetto dei cambiamenti climatici e della globalizzazione si moltiplica l’arrivo di materiale vegetale infetto e parassiti vari che provocano stragi nelle coltivazioni e per questo serve un cambio di passo nelle misure di prevenzione e di intervento sia a livello comunitario che nazionale – conclude Coldiretti – anche con l’avvio di una apposita task force.