AGI - “Solo un pazzo può pensare che la scuola non possa ripartire. Ma apriremo il 14”, assicura il governatore della Tosca Enrico Rossi che in un colloquio con “La Stampa” ammette che un po’ di confusione tuttavia c’è sempre, “difficile negarlo” anche se “il clima di fondo è di collaborazione” tanto che “alla fine le intese ci sono sempre state”. Poi rileva che “è evidente che ci sia una tendenza ad accentrare il potere, ma il governo è consapevole che senza di noi questo Paese non si può gestire”, sottolinea Rossi, che al tempo stesso intima: “Hanno detto troppe volte ‘adesso tocca alle Regioni’. Sono furbizie che non aiutano”.
Quanto all’accordo sui mezzi pubblici a meno di quindici giorni dalla riapertura delle scuole, il governatore toscano dice polemico: “Uno mi dovrebbe spiegare che differenza c'è tra l'80% e il 100% delle sedute su un autobus. Mi sembra una follia. Io ero favorevole anche al 100%”.
Sul tema partite di calcio e stadi Rossi è cauto. “Io aspetterei ancora”, premette, per poi aggiungere: “Tra il niente e uno stadio con 60 mila persone c'è anche una via di mezzo. Con tribune numerate, distanza minima, obbligo di mascherina e ingressi separati, se ne potrebbe anche discutere”. Infine anche una battuta sui propri colleghi protagonisti di quelle che lui definisce “polemiche pretestuose”: “Non si può far finta, durante un vertice con il governo, che vada tutto bene e che l'accordo sia vicino, per poi fare dichiarazioni che sembrano rimettere tutto in discussione, come sulla scuola”, dove problemi ce ne sono stati, ma “abbiamo trovato gli spazi” e “può darsi che manchino un po' di banchi i primi tempi” ma “non per questo condivido chi vuole rinviare l'apertura a dopo le elezioni”.
Infine una difesa della ministra Azzolina, al centro delle polemiche negli ultimi mesi: “Il suo impegno c'è e l'ho visto” garantisce il governatore Rossi.