AGI - E' la scuola il tema caldo delle ultime ore, mentre per la riapertura dei cancelli è ormai questione di giorni. E i tempi si fanno quelli di una gara a ostacoli, tra avvio dei corsi di recupero e 'call veloci' per reclutare insegnanti.
Il primo scoglio arriverà con lo scoccare di settembre, quando gli studenti con debito formativo delle scuole superiori dovranno recuperare le materie. La ministra dell'Istruzione, Lucia Azzolina, ha assicurato: "Il recupero degli apprendimenti ci sarà. Comincerà dai primi di settembre (in alcuni casi in presenza, in altri, per il secondo grado, a distanza, in base all'autonoma scelta delle singole scuole) e proseguirà anche durante i prossimi mesi, così come previsto dalle norme che regolano il nuovo anno scolastico, che sono il frutto della gestione del periodo di emergenza sanitaria vissuto dal Paese. Nessun allarme, dunque".
E difende la categoria degli insegnanti, attaccata da più parti: "La narrazione del rifiuto dei docenti di svolgere alcune attività o addirittura di presentarsi al lavoro, come sta succedendo in questi giorni, crea solo un danno d' immagine e turba il sereno avvio dell'anno scolastico già caratterizzato da numerose novità", dovute alla pandemia.
Gli studenti: "Di garantito non c'è niente"
Non altrettanto sicuri sono invece gli studenti, che rispondono: "Checché ne dica la ministra dell'Istruzione, al momento di garantito non c'è nulla". Federico Allegretti, segretario nazionale della Rete degli studenti medi, interpellato dall'AGI, motiva la "sfiducia totale" nei confronti della titolare del dicastero, spiegando che "era stata promessa una cabina di regia nazionale in supporto alle autonomie, che non è mai decollata. Ogni scuola dunque ha il compito di reperire spazi e aule e di organizzare i moduli a modo suo. Questo fa sì che non ci sia una situazione delineata: l'incertezza regnerà fino al momento dell'apertura effettiva".
'Chiamata veloce' dove c'è più bisogno
Per arrivare al traguardo il Ministero si è dato tempi da 'sprint'. Parte dunque la 'chiamata veloce' dei docenti, che consente a chi è in graduatoria, ma non ha ottenuto il ruolo, di presentare domanda in un'altra regione dove ci sono posti disponibili per ottenere prima la cattedra a tempo indeterminato. Le domande potranno essere presentate fino alle 23.59 del 2 settembre, mercoledì prossimo.
Subito dopo l'assegnazione dei posti con la chiamata veloce si procederà con le supplenze: un cronoprogramma che lo stesso viale Trastevere definisce "fitto", scadenza dopo scadenza, per consentire un avvio "ordinato del nuovo anno".
Serviranno 250mila supplenti
Non è detto però che non sia proprio il reperimento dei supplenti ad imporre un rallentamento: secondo i sindacati serviranno 250mila precari per coprire le cattedre vacanti. E la categoria degli insegnanti - secondo l'Ocse una delle più anziane d'Europa con una media di 55 anni - potrebbe avere diversi rappresentanti considerati 'lavoratori fragili' e dunque impossibilitati ad esporsi al rischio contagio.
I presidi: "Esonero? non si approfitti"
Il timore, però, "è che qualcuno possa approfittarne”, ha dichiarato all’AGI il presidente dell'Associazione nazionale prèsidi del Lazio, Mario Rusconi. La fragilità "deve essere ben codificata perché rischiamo che magari i professionisti davvero fragili non ne facciano richiesta per un senso del dovere, mentre altri che non ne hanno davvero bisogno vengano esonerati”.
Settembre 'caldo' per le mobilitazioni
Nel frattempo, dal basso, il mondo della scuola è pronto a mobilitarsi contro la gestione governativa: una serie di manifestazioni studentesche sono in programma "fin dal 14 settembre", data fatidica del rientro, assicura ancora Allegretti. "Non è possibile fare cortei - spiega il rappresentante degli studenti - ma troveremo il modo di manifestare. Saremo in piazza a partire già dal 5 settembre assieme ai precari della scuola. E poi ancora il 26", in occasione di un flash mob a Roma e nei capoluoghi delle regioni, indetta dal Comitato Priorità alla Scuola.