AGI - "Mai sottovalutare i bambini: hanno risorse superiori di quelle che immaginiamo". E anche sulle mascherine a scuola sapranno stupirci.
L'invito arriva dal professor Alberto Villani, presidente della Società italiana di pediatria, primario del Bambino Gesù e membro del Cts, che ne ha parlato con l'AGI, cercando di fugare i dubbi sulla capacità dei più piccoli di tenere la mascherina a scuola, quando non sarà possibile stare alla distanza di almeno un metro. Una regola che varrà in vista della ripartenza in aula per i bambini dai 6 anni in su.
Non c'è da avere paura, dunque: non disattenderanno la raccomandazione. "Sono molto più ricettivi degli adulti - assicura Villani - soprattutto quando si tratta di regole, anche quelli sotto i 6 anni. Li vediamo indossare le mascherine già per strada, saranno in grado di farlo anche a scuola".
E poi "c'è lo spirito emulativo" che li porta ad uniformarsi agli altri e a seguire comportamenti corretti, se tutti li seguono.
Un esempio educativo di successo: la raccolta differenziata
Per questo però "sarà fondamentale l'educazione sanitaria" e il ruolo degli insegnanti. Villani rimanda al successo dell'insegnamento della raccolta differenziata fin dall'infanzia: "Per anni si sono fatte campagne pubblicitarie rivolte agli adulti che sono servite a poco. Una volta insegnato ai bambini come separare i rifiuti, c'è stato un incremento incredibile della sensibilità sociale sul tema. E anzi sono stati i figli ad insegnare ai genitori a fare la differenziata".
Secondo il presidente dei pediatri italiani, dunque, non c'è scampo: per il rientro in sicurezza a scuola a settembre "bisogna attenersi alle regole stabilite nelle linee guida" del Ministero, elaborate insieme all'Istituto Superiore di Sanità. E dunque far adoperare la mascherina, anche a scuola, agli studenti quando non può essere garantito il distanziamento di almeno un metro. Una necessità, anche educativa, quella di mantenere le norme anti contagio durante l'orario scolastico: "Dove possibile bisogna aiutare bambini e ragazzi a rispettare il distanziamento e le regole di igiene. Al di sotto del metro sarà necessario indossare i dispositivi".
Non sarà difficile per un tempo lungo e continuativo? "Non è detto che si tratterà di molte ore", precisa Villani, anche perché la nuova disposizione dei banchi, singoli e distanziati, consentirà agli allievi, quando sono seduti, di toglierla. Eccezioni potranno essere previste "per i ragazzi con esigenze particolari".
In ogni caso - precisa lo specialista, che fa anche parte della task-force voluta dalla ministra dell'Istruzione, Lucia Azzolina, per la ripartenza - su tutte queste domande "sarà redatto a breve un documento con tutte le indicazioni precise" e con elementi scientifici a supporto.
Presto uno studio Iss sulle mascherine in tessuto
Che cosa succederà, però, se un bambino si presenterà a scuola, il primo giorno, con la mascherina in tessuto del suo supereroe preferito, al posto di quella chirurgica? Potrà entrare in aula? E se accettasse di indossare soltanto la sua, come è stato abituato a fare fino ad oggi, rifiutando il più 'triste' dispositivo medico?
Sono alcune delle domande che si pongono i genitori, sempre più ansiosi in vista della fatidica data del 14 settembre, quando, all'apertura dei cancelli, vedranno figli e 'colleghi' genitori solo dal naso in su.
Una risposta potrebbe arrivare presto da un'indagine che - secondo quanto apprende l'AGI - sta mettendo a punto l'Istituto Superiore di Sanità. Sotto l'occhio dei tecnici della Salute la validità delle mascherine di tessuto, anche dette 'di comunità'. In base a quello che si può ricostruire, sul tema è al lavoro un gruppo di tecnici ministeriali e scienziati formato da "importanti personalità", con l'obiettivo di produrre un documento già nei prossimi giorni.
L'idea è quella di avere note specifiche sulla capacità di tenuta dei vari tessuti funzionali a limitare il contagio da coronavirus. Nell'indossare la mascherina, soprattutto per l'età dell'infanzia, infatti, non bisogna sottovalutare i fattori psicologici, che potrebbero essere superati rendendo più 'piacevole' e 'giocoso' il suo utilizzo, nei momenti di socialità in aula, quando sarà impossibile il distanziamento.
"Al momento le linee guida governative indirizzano verso quelle chirurgiche, perché sono le uniche di cui sappiamo tutto con precisione e riusciamo a valutare la capacità di trattenere le particelle", spiega ancora Villani, però "siamo anche in grado di dire che quelle 'di comunità' costituiscono comunque una barriera per la contagiosità".
E inoltre "hanno dei vantaggi dal punto di vista della sostenibilità, perché sono riutilizzabili, e della praticità, perché possono essere lavate e riutilizzate". E magari anche personalizzate e rese 'divertenti' per più piccoli.