Dal carcere di Massama (Oristano), l'ex terrorista Cesare Battisti ha risposto all'ex presidente del Brasile Luiz Inacio Lula Da Silva che nei giorni scorsi ha dichiarato di essere pentito di avergli concesso asilo nel proprio Paese. Apprese le parole di Lula che ha anche sostenuto di essere stato ingannato perché convinto dell'innocenza dell'ex terrorista, Battisti - per voce del suo avvocato Gianfranco Sollai - ha deciso di fare una serie di precisazioni: "Lula mente. Conosceva benissimo la mia posizione perché aveva letto le sentenze. L'asilo mi è stato concesso perché temeva che io potessi essere perseguito per le mie idee politiche e non solo per i miei reati".
L'ex esponente dei Pac, proletari armati per il comunismo, ha poi aggiunto: "La mia estradizione è stata oggetto di una lunga contrattazione proprio perché c'era questo timore e vista la situazione attuale, forse, non era così infondato", ha spiegato facendo riferimento al regime di isolamento.
Regime "illegittimo", secondo il suo legale che ha già presentato ricorsi e denunce. Apprese anche le dichiarazioni di Alberto Torregiani, figlio del gioielliere ucciso nel 1979 e rimasto privo dell'uso delle gambe durante un'azione dei Pac, Battisti ha voluto sottolineare: "Voglio solo ricordare che durante quella rapina io non c'ero. Facevo parte dei Pac e non posso che assumermi la responsabilità morale di quanto accaduto, ma quel giorno io non ho agito, non ero presente come acclarato dalle sentenze e più volte da me ribadito".