"Il Signore ci chiederà conto di tutti i migranti caduti nei viaggi della speranza, vittime della cultura dello scarto". Così Papa Francesco all'Angelus.
Poi un passaggio sul terremoto di Amatrice: "Domani ricorrono quattro anni dal terremoto che ha colpito l'Italia centrale", ha proseguito Francesco. "Rinnovo la preghiera per le famiglie e le comunità che hanno subito i maggiori danni, perché possano andare avanti con solidarietà e speranza, e mi auguro che si acceleri la ricostruzione affinché la gente possa tornare a vivere serenamente in questi bellissimi territori dell'Appennino".
"È indispensabile e lodevole che la pastorale delle nostre comunità sia aperta alle tante povertà ed emergenze. La carità è sempre la via maestra della perfezione. Ma è necessario che le opere di solidarietà non distolgano dal contatto con il Signore Gesù", ha proseguito Francesco.
"La carità cristiana non è semplice filantropia ma, da una parte, è guardare l'altro con gli occhi stessi di Gesù e, dall'altra, è vedere Gesù nel volto del povero. Questa è la strada vera della carità cristiana, con Gesù a centro, sempre. Maria Santissima, beata perché ha creduto, ci sia guida e modello nel cammino della fede in Cristo, e ci renda consapevoli che la fiducia in Lui dà senso pieno alla nostra carità e a tutta la nostra esistenza", ha concluso.