AGI - Alta tensione in Sicilia. Il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, va alla guerra e decide la chiusura di tutti gli hotspot e centri di accoglienza per migranti. "La Sicilia - tuona il governatore - non può continuare a subire questa invasione di migranti. Conuna ordinanza dispongo lo sgombero di tutti gli hotspot e dei centri di accoglienza esistenti. Si attivi un ponte-aereo immediatamente e si liberi la Sicilia da queste vergognose strutture, iniziando da Lampedusa".
E aggiunge: "Le regole europee e nazionali sono state stracciate. L'Europa fa finta di niente e il governo nazionale ha deciso -malgrado i nostri appelli - di non attuare i decreti vigenti e di non chiudere i porti, come invece ha fatto lo scorso anno con il decreto interministeriale Interno-Difesa-Trasporti". Per Musumeci c'è "una colpevole sottovalutazione del fenomeno senza precedenti. E non capiscono quanto stia crescendo la tensione. Adesso se vogliono a Roma impugnino pure la mia ordinanza. Basta: abbiamo avuto fin troppo rispetto istituzionale su questa emergenza, ricambiato da silenzi, indifferenza e omissioni".
Nell'hotspot di Lampedusa sono stipate da giorni 1.400 persone, teatro anche di una furiosa lite a colpi di pietra e a suon di botte tra somali e libici. E inquieta quanto accaduto a Favara dove un incendio ha distrutto, nel piazzale Belvedere San Francesco, "El Peskador", il barcone sequestrato ai trafficanti e diventato dal 2015 il simbolo dell'immigrazione e dell'accoglienza. I Frati minori del Convento Sant'Antonio avevano allestito un presepe permanente, con la scritta sulla fiancata "Ero forestiero e mi avete accolto".
Vi è un tema, dunque, sociale, così come politico, come dimostra il rimbalzo di ordinanze, da Trapani ad Augusta, rette da due sindaci del Pd e del M5s, per impedire lo sbarco dalla nave quarantena con 273 tunisini e 23 positivi. La tregua è 'scoppiata' solo dopo un vertice in prefettura che ha assicurato il rapido trasferimento dei migranti. Ma la questione resta.
E viene accostata volutamente a quella sanitaria: l'assessore alla Salute Ruggero Razza, fedelissimo del governatore Nello Musumeci che ha avvertito Roma che l'Isola non si farà trattare da "campo profughi", guarda ai numeri del coronavirus e afferma che il primo cluster nell'isola è quello dei migranti, con oltre 280 positivi, incidendo per il 30% 40% del totale". C'è poi un cluster di rientrati da Malta che è arrivato a 170 unità.
L'ultimo dato è di quarantotto casi di Covid in più in Sicilia, un trend che non si ferma da giorni. La metà a Ragusa dove si registrano tutti i 16 migranti positivi. Dallo stesso Musumeci la notizia di altri 38 positivi a Lampedusa e insieme al sindaco Totò Martello chiede al governo di dichiarare lo stato d'emergenza. E la Lega spinge il governatore perché pretenda di partecipare a una riunione del Cdm dedicata alla questione caldissima.
Intanto, la prefettura di Agrigento è al lavoro, in sinergia col dipartimento delle Libertà civili e Immigrazione del ministero dell'Interno, per alleggerire la presenza di migranti nella struttura. Ottanta ospiti della struttura sono stati trasferiti con due motovedette, a Porto Empedocle e da lì sono stati dislocati nelle strutture d'accoglienza di Palermo e Caltanissetta.
E poi via di altri 45 migranti che verranno accolti nel centro d'accoglienza di Caltanissetta. Poca roba, rispetto ai numeri presenti nell'isola e ai prevedibili nuovi arrivi. Un rinforzo è atteso dalla nave quarantena "Aurelia" dopo lo smistamento di gran parte dei 273 tunisini a bordo in altri centri dell'isola. Tutti i trasferimenti, secondo quanto precisa la prefettura, vengono disposti dopo l'esito negativo dei tamponi rino-faringei. E' previsto l'arrivo sull'isola di personale della Croce Rossa che fornirà supporto nelle attività di accoglienza dei migranti. Non basta per il governatore che ha deciso di sferrare il suo attacco a Roma e di chiudere tutto.