AGI - Due anni. Due anni da quella maledetta mattina del 14 agosto 2018, giorno del crollo del Ponte Morandi. La ferita inferta alla città di Genova e ai cittadini, e soprattutto alle famiglie delle vittime, è ancora aperta.
Un evento nefasto divenuto simbolo dell’Italia dei ritardi, della mancata modernizzazione, delle infrastrutture vetuste e da risanare. Un segno indelebile - dice oggi l'Eurispes, che a quell'evento attraverso le pagine elettroniche del suo magazine online raccogliendo diversi videocontributi a firma di Emilio Albertario ha realizzato uno speciale - che purtroppo neanche la ricostruzione e l’inaugurazione del nuovo Ponte San Giorgio hanno potuto cancellare del tutto nel sentire collettivo.
Simbolo dell'Italia dei ritardi
E nella ricorrenza, triste, del crollo, per capire lo stato dell’arte delle indagini condotte negli ultimi due anni e per tentare di raccontare un Paese capace sempre e comunque di rialzarsi e di ricostruire facendo leva sul proprio spirito creativo e sulla ricerca di unità, l’Eurispes ha sentito gli investigatori. Tra i quali c'è il colonnello Ivan Bixio, comandante del I Gruppo di Genova della Guardia di Finanza, che annuncia che per fine settembre, primi di ottobre, "consegneremo ai magistrati i risultati dell’inchiesta sul crollo del Ponte; altre tre sono ancora aperte".
Sono circa 60 i terabyte di documentazione acquisita nel tempo che sono stati analizzati dalle Fiamme Gialle, quattro le inchieste nate successivamente al crollo del Ponte Morandi.
"L’inchiesta madre e altre tre inchieste scaturite dall’inchiesta madre. Una riguarda l’attività di falsificazione di report legati alla sicurezza sui viadotti autostradali: indagando sul Morandi, su come veniva monitorato e controllato, è emersa un’attività di falsificazione relativa ai controlli su altri viadotti; ne abbiamo contanti almeno una ventina. Queste falsificazioni si traducevano in condotte sia di tipo manipolativo – venivano alterati calcoli e quant’altro – sia di tipo omissivo, vale a dire che venivano attribuiti dei punteggi ai viadotti senza fare dei controlli, oppure omettendone una parte", spiega Bixio.
Un’altra inchiesta riguarda il tema delle barriere fonoassorbenti: "Ci siamo accorti, scavando fra i documenti di Autostrade acquisiti a suo tempo, che vi erano stati nel 2016-2017 dei sinistri legati al cedimento di tali barriere lungo la rete autostradale nelle giornate di vento. Da un esame interno stesso, dalle carte acquisite, abbiamo rilevato che c’era un difetto di progettazione noto, nonché l’utilizzo, in parte, di materiali non conformi".
Report alterati
La società Autostrade ha poi rimosso, su tutta la rete ligure, queste barriere, annullando, sostanzialmente, il rischio di nuovi cedimenti. L’ultima, in ordine di tempo, delle quattro inchieste è quella legata al tema delle gallerie, perché il 31 dicembre vicino Genova, nella galleria Bertè c’è stato un cedimento importante di un pezzo di una volta. "Anche qui una delle ipotesi riguarda l’alterazione di alcuni report di verifica rispetto ai controlli effettuati".
E ancora, sui tempi di chiusura dell’inchiesta madre, quella che tutti gli italiani aspettano che vada in porto, il col. Bixio sottolinea: "Siamo giunti alla fase finale della stesura di questa corposa analisi e contiamo di depositare tutto dopo l’estate, tra la fine di settembre e i primi di ottobre, comunque prima che scadano le indagini preliminari e comunque prima del secondo incidente probatorio".
E della mole di dati e informazioni che sono stati acquisti e analizzati, l'ufficiale delle Fiamme Gialle spiega: "La difficoltà, ovviamente, se vado indietro a due anni fa, era quella di iniziare a domandarsi che cosa cercare rispetto, peraltro, ad un tipo di evento che è diverso rispetto ad altre attività di polizia economica e finanziaria che noi della Guardia di Finanza facciamo. Però è anche vero che le tecniche investigative, l’impianto investigativo che siamo soliti utilizzare nelle nostre tipiche inchieste ben si presta a qualsiasi tipo di investigazione, compresa questa".
L'importanza delle tecnologia
Oggi la tecnologia ha un’importanza primaria, "per cui anche quando si entra in una società – peraltro una società come quella di Autostrade – il grosso della documentazione è spostato su sistemi informativi, su sistemi informatici. Abbiamo analisti forensi tecnicamente formati proprio per acquisire correttamente, e in maniera giuridicamente inattaccabile, tutto il materiale informatico e questo riguarda la fase dell’acquisizione, che poi è una fotografia che viene fatta, cristallizzata al momento di quello che è un accesso.
Successivamente ci sono ricerca e analisi, due aspetti molto complessi, perché più è ampia la mole di dati e più diventa difficoltoso trovare quelli che sono gli elementi utili. In questo caso, con la procura di Genova, è stato acquisito un sistema di analisi vero e proprio che non ha eguali in Italia, in grado di trovare 'l’ago nel pagliaio'".
Diventa fondamentale ed estremamente utile servirsi di questi sistemi "perché altrimenti si rischia di non riuscire a trovare quello che serve e di perdere tanto tempo. Accanto a questi tipi di analisi tecnologicamente più avanzate rimangono, comunque, i sistemi tradizionali, per cui rispetto ad una e-mail o ad un documento bisogna sempre interrogare il testimone, fare ulteriori riscontri. Ad esempio, sui falsi report sono state fatte delle indagini puramente tecniche – che sono uno strumento classico – e abbiamo fatto indagini sugli smartphone, andando ad analizzare le corrispondenze delle chat su WhatsApp, Telegram e quant’altro".
Alla richiesta di esprimere un giudizio su che cosa si aspetta la popolazione di Genova, in particolare quella che è stata colpita direttamente dal crollo, dalle indagini giudiziarie, se ci sia attesa di vendetta o di giustizia, il colonnello Bixio afferma: "Credo che tutti si aspettino di capire e scoprire che cosa è successo realmente. Se poi la ricostruzione dei fatti, quanto avvenuto, ha delle conseguenze da un punto di vista penale, giustamente ci si aspetta giustizia, perché il fatto obiettivamente è gravissimo, sono morte purtroppo persone innocenti che hanno avuto la sfortuna di passare sul ponte nel momento sbagliato, nel giorno sbagliato.
"Noi, come Polizia giudiziaria, come Guardia di Finanza, senza avere alcun pregiudizio, sono due anni che lavoriamo senza sosta a questa inchiesta estremamente complessa e delicata, e devo dire che, oltre agli obblighi giuridici che abbiamo, sentiamo più che mai il dovere di poter dare un contributo ad una questione che è, anche, una questione morale ed etica molto importante".
Il magazine dell’Eurispes ha raccolto, inoltre, i contributi del professor Alberto Mattiacci, ordinario di Economia e Gestione delle imprese presso la Sapienza di Roma, e dell’architetto Diego Franchi. Il primo per avere una lettura sociologica sui fatti legati al disastro del Ponte Morandi e il secondo per avere un’opinione, da un punto di vista meramente tecnico, rispetto alla ricostruzione.
Su un’altra problematica strettamente collegata al crollo, quella delle concessioni e degli appalti, ecco poi l’intervento del professor Federico Tedeschini, docente, avvocato ed esperto di problemi di diritto amministrativo, di contratti pubblici e di diritto della concorrenza.
I difetti del codice degli appalti
"Non c’è dubbio - dice Tedeschini - che la vicenda del Ponte Morandi abbia dimostrato come il codice degli appalti, in vigore nel momento del crollo, fosse assolutamente inutilizzabile per coniugare l’urgenza dell’avvio e del completamento dell’opera con i princìpi che sono alla base delle direttive europee. Il codice degli appalti ha due grandi difetti: il primo è che piuttosto che occuparsi, come dovrebbe, della ricerca dell’offerta economicamente più vantaggiosa, si concentra prevalentemente sulle qualità degli offerenti e, non sempre, chi è offerente di maggior qualità riesce a fare l’offerta economicamente più vantaggiosa".
Il secondo difetto è che "vìola chiaramente, ed è stato accertato dalla Corte del Lussemburgo, il principio del gold plating, vale a dire il divieto di aggiungere ulteriori adempimenti a quelli di base indicati nelle direttive comunitarie, concernenti sia quella sugli appalti pubblici sia quella sulle concessioni e che hanno, come dire, linee portanti similari. Dopo la vicenda del Ponte Morandi c’è stata la tristissima vicenda del Covid, e con il Covid ci siamo resi conto che il codice non funzionava soltanto quando si trattava di compiere lavori pubblici, ma tanto meno funzionava per le forniture, tanto meno per i servizi. Per cui il governo è dovuto intervenire con un decreto legge e ha sospeso il codice degli appalti. È chiaro che questa sospensione significa che esso deve essere completamente riscritto".
Le ragioni di Autostrade
Sulla vendita di Autostrade a Cassa Depositi – un’operazione che in sostanza vede lo Stato ricomprare se stesso – e sulla posizione della Famiglia Benetton di voler vendere le proprie azioni al miglior offerente sul mercato, Tedeschini è sicuro che il diritto dia ragione a questi ultimi, "perché la Convenzione europea dei diritti dell'uomo fa assoluto divieto al potere pubblico di espropriare senza un indennizzo pari al valore di mercato del bene espropriato: l'attività o l’azienda o i beni che dell'azienda sono composti e vengono trasferiti da un privato alle finanze pubbliche. Quindi su questo, Benetton (si chiami così o si chiami signor Rossi) direi che ha perfettamente ragione, perché chiede e invoca la protezione della convenzione europea. Non conosco il signor Benetton, però per me ha ragione: fondo le mie opinioni sulla base dei fatti, non sulla base delle persone".