AGI - Test per la ricerca del coronavirus per chi rientra in Italia da Spagna, Grecia, Croazia e Malta. Il governo si appresta a varare un'ordinanza per rallentare il contagio nel Paese. Nel giorno in cui si registra un ulteriore aumento del numero di malati, Roberto Speranza presenta ai presidenti di regione le ipotesi allo studio e il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, auspica una condivisione del piano che dovrà essere messo in atto - afferma - già dalle prossime settimane.
Tre le possibili soluzioni: sottoporre chi rientra a test antigene nei luoghi in cui arrivano (nei porti o negli aeroporti, ad esempio), introdurre l'obbligo di presentare un certificato di test negativo fatto nelle 72 ore precedenti o, infine, imporre ai cittadini di comunicare il rientro alla Asl di appartenenza per effettuare un tampone nelle 48 ore successive. Una decisione si troverà nei prossimi giorni.
Il governo, ha sottolineato Boccia, "vuole assicurare la massima sicurezza. La proposta che facciamo alle Regioni è di rendere il servizio sanitario territoriale, già molto rafforzato dall’impegno comune, in grado di garantire tamponi a chi rientra dall'estero, con i risultati entro 48 ore". Per il titolare degli Affari regionali "la sicurezza di tutti i cittadini è la priorità assoluta; dobbiamo restare il Paese più sicuro al mondo sul piano sanitario", ha aggiunto auspicando "che ci possa essere con le Regioni una condivisione del metodo da utilizzare".
E proprio dai governatori sono già arrivati i primi commenti favorevoli. Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli Venezia Giulia, al termine della riunione ha sottolineato: "E' stato recepito l'allarme che abbiamo lanciato. Sono d'accordo con l'idea di potenziare il monitoraggio su chi entra in Italia da aree a rischio, ma ritengo che ciò debba avvenire di pari passo con il blocco degli ingressi irregolari. Sarebbe infatti difficilmente giustificabile imporre il tampone a chi va in vacanza in Croazia e al contempo tollerare ingressi di migranti senza alcun controllo". Favorevoli al piano del governo - viene riferito - anche il Veneto e l'Emilia Romagna che erano pronte a varare provvedimenti simili in autonomia