AGI - "Il 14 settembre, quando i ragazzi torneranno in classe, sarà importante che i loro insegnanti non si facciano sovrastare dall'ansia di recuperare subito il programma scolastico arretrato. Conta di più rigenerare l'abitudine a vivere la scuola come un luogo di formazione, dopo che bambini e ragazzi sono rimasti per un tempo così lungo a casa. C'è bisogno di tranquillizzare il cervello emotivo dei ragazzi, prima di rimettersi in marcia per l'acquisizione di nuove conoscenze. Su questo aspetto la consulenza di uno psicologo può essere molto utile per la scuola". Lo dice all'AGI Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta dell'età evolutiva, che commenta positivamente l'iniziativa del ministero dell'Istruzione, contenuta nel Protocollo per il riavvio in sicurezza dell'anno scolastico, di prevedere un supporto psicologico a disposizione delle scuole, tramite convenzione con il Consiglio nazionale dell'Ordine.
"Più che un intervento clinico mirato su alcuni soggetti, per ansie o fobie, che pure ci può stare - osserva Pellai - potrebbe risultare di grande utilità un aiuto a riattivare le risorse e il benessere di tutta la comunità scolastica. Direi che l'elemento centrale è quello della riaccoglienza emotiva. L'esperienza del lockdown è stata durissima - sottolinea l'esperto - le famiglie hanno subito uno stravolgimento degli orari, dei ritmi del sonno, della routine della giornata. I ragazzi non hanno più partecipato alle attivita' sportive consuete. Bisogna piano piano riadeguare tutto questo".
"Inoltre - prosegue lo psicoterapeuta - alcuni territori sono stati devastati dal lutto, ancora più complicato di quanto avviene di solito, perché questo lutto, a causa del Covid, non poteva essere accompagnato da riti funebri. Tutto ciò ha comportato una traumatizzazione collettiva".
Come aiutare concretamente gli studenti?
"Devono poter rielaborare le esperienze vissute, con l'esperienza del 'circle time', il dialogo, i disegni. Una figura formata, come lo psicologo, puo' dare indicazioni per un 'detox' digitale mirato dopo tanta interconnessione e per riabilitare la capacita' di studio andata persa nella lunga permanenza a casa".
Ma la didattica a distanza non ha tenuto allenati i ragazzi?
"La didattica a distanza e' una soluzione emergenziale. È stata necessaria - afferma Pellai - ma come ci dimostrano tutti i sistemi scolastici è stata interrotta il prima possibile senza gravi conseguenze per la sanità pubblica. Non e' sicuramente il modo preferenziale di fare scuola. Il gruppo classe rimane il luogo principale di apprendimento perche' la relazione in presenza è fondamentale a quell'età. Per i bambini più piccoli la dad è completamente controindicata".
Pellai, di cui uscirà un libro l'8 settembre "Mentre la tempesta colpiva forte", pubblicato da De Agostini e dedicato a questi temi, giudica infine "molto dannoso" interrompere l'anno scolastico, a pochi giorni dall'inizio della ripresa delle lezioni, per consentire alle classi di ospitare i seggi elettorali per il voto regionale. "Mi sembra che le scuole ne abbiano già avute abbastanza. Non sono i luoghi piu' indicati per votare. Si trovino altre strutture, ci sono in ogni comune".