Meglio salvare il proprio bosco o dare un contributo per evitare che un fiume faccia impazzire la città?
I tremila abitanti del ‘supercondominio’ di Bresso che, attraverso le generazioni, hanno visto nascere 50 anni fa e crescere davanti ai loro occhi un bosco, non hanno dubbi e protestano contro l’abbattimento degli alberi nell’area che dovrebbe fare spazio a una delle vasche di laminazione per evitare le esondazioni del fiume Seveso. Sono anche convinti che si poteva trovare una soluzione diversa per proteggersi dal corso d'acqua nei giorni di pioggia.
Il picchetto contro Comune di Milano e Regione Lombardia
Nel mirino hanno il Comune di Milano, nel cui territorio ricade la vasca che è a pochi metri delle loro case, e la Regione Lombardia, gli enti che hanno promosso il progetto ormai in fase avviata.
Stamattina, alcune decine di residenti, raccolti nel comitato ‘No Vasca’, hanno dato vita a un picchetto con cartelli e slogan dopo che lunedì gli operai hanno cominciato a buttare giù gli alberi nello spazio di quattro ettari al centro da anni di ricorsi e contro ricorsi.
“La speranza è che succeda un miracolo - spiega all’AGI Simone Cairo, sindaco di Bresso alla guida di una giunta di centrodestra - nel senso che se proprio si deve fare la vasca facciamola almeno lontana dai condomini, in un’area disabitata, con una variante in corso d’opera che salvi una parte del bosco. E poi spero nel Tribunale, che dovrà pronunciarsi a ottobre sull'ennesimo ricorso anche se temo che la data dell’udienza dopo un rinvio dovuto anche al Covid sia troppo in là e una richiesta di sospensiva del cantiere da parte del ‘supercondominio’ è già stata bocciata. Altre soluzioni? Certo che ce n’erano, per esempio un progetto della Giunta Moratti che prevedeva un canale collettore che portasse a sud di Milano l’acqua, facendola sfociare nel Lambro. Sarebbe costato molto meno. L’acqua avrebbe potuto scorrere riempiendo questa immensa vasca sotterranea evitando disagi agli abitanti e la perdita del bosco”.
Un progetto però mai andato in porto, come molti altri, per risolvere il problema del Seveso che esce dagli argini nei giorni di forti temporali, creando allagamenti e disagi nelle case, nei negozi e talvolta anche in metropolitana, nel nord di Milano. Da almeno un paio di decenni si cercano soluzioni e l’unica proposta che si è concretizzata è quella delle vasche elaborata nel 2011 da Regione Lombardia, Comune di Milano e Metropolitana Milanese. L’area dove dovrebbe essere messo uno dei 5 recipienti si trova dentro il Parco Nord e ricade nel Comune di Milano, ma a essere coinvolti sono soprattutto i cittadini di Bresso, paese di oltre 20mila abitanti, in particolare quelli che risiedono nel cosiddetto ‘supercondominio’, un agglomerato di case affacciate sul bosco. Proprio loro hanno provato per anni a presentare ricorsi al Tribunale Superiore delle Acque, sempre bocciati perché vivevano in un altro Comune, finché la Cassazione non ne ha riconosciuto l’interesse all’eventuale tutela del bosco.
"Un'area grande quanto 4 campi di calcio piena di escrementi"
“I 3mila abitanti del supercondominio lo hanno visto crescere in quella che 50 anni fa era un’area degradata e hanno assistito alla creazione di un ecosistema molto particolare, col torrente, i pesci, le rane e una spiccata biodiversità”, prosegue il sindaco. Se gli abitanti puntano sulla salvezza del loro ristoro ecologico, il sindaco fa ragionamenti anche di altro genere: “Consideriamo che la vasca è da 230mila metri cubi, il progetto complessivo è 4 milioni e mezzo, il 5 per cento. Quindi questa vasca ridurrebbe del 5 per cento il rischio dell’esondazione, una minima parte. Un grosso errore è il posizionamento troppo vicino all’abitato, determinato dall’avere considerato la presenza della strada un vincolo immodificabile. Noi avevamo proposto di fare lo stesso volume, prendere l’acqua nello stesso tratto del Seveso, ma cambiando la forma della strada, allontanandosi dall’abitato salvando una parte del verde e creando una fascia con alberi alti anche venti metri che avrebbero diviso i cittadini dalla vasca. Il tema infatti è cosa va nella vasca per un mese all'anno: l'acqua delle fognature del nord Milano perché i tre affluenti del Seveso sono fogne. Perché gli abitanti devono avere 4 campi di calcio di sterco vicini?”.
Verde nuovo recuperato al degrado in cambio della vasca
Intervistato dal Tgr Lombardia, l’assessore ai Lavori Pubblici, Marco Granelli, ha difeso la bontà del progetto sottolineando che “la vasca per undici mesi all’anno sarà un lago con acqua pulita, di falda, e solo durante le esondazioni verrà utilizzata per contenere l’acqua del Seveso”. Il progetto prevede anche lavori di compensazione per 10 ettari con aree verdi recuperate dal degrado e trasformate in parchi e percorsi. (AGI)