AGI - Non solo l’epidemia di coronavirus, in Italia, “non è conclusa”, come si sapeva. Ma l’indice di trasmissione nazionale, il cosiddetto Rt, è sopra uno (1.01, per l’esattezza), il numero dei nuovi casi tende all’aumento, l’età media dei contagiati si abbassa intorno ai 40 anni e, soprattutto, se le quarantene non verranno osservate rigorosamente, i numeri potrebbero presto salire in modo “rilevante”.
L’ultimo Report delle Regioni diffuso da ministero della Salute e Istituto superiore di sanità è tutt'altro che rassicurante e insiste in più punti sulla necessità assoluta di “mantenere elevata l’attenzione” e di continuare a rispettare le regole base: distanziamento, mascherina, lavaggio frequente delle mani.
Il periodo di riferimento è quello 27 luglio-2 agosto, successivo alla terza fase di riapertura avvenuta il 3 giugno: “sebbene le misure di lockdown in Italia abbiano permesso un controllo efficace dell'infezione da Sars-CoV-2, persiste una trasmissione diffusa del virus che, quando si verificano condizioni favorevoli, provoca focolai anche di dimensioni rilevanti, spesso associati all'importazione di casi da Stati esteri".
L’Rt 1.01, “al netto dei casi identificati attraverso attività di screening e dei casi importati” significa che “il numero di casi sintomatici diagnosticati nel nostro Paese è stato sostanzialmente stazionario nelle scorse settimane".
Ma complessivamente, “il quadro generale della trasmissione e dell'impatto dell'infezione, per quanto non in una situazione critica, mostra sempre più dei segnali che richiedono una particolare attenzione: l'incidenza cumulativa negli ultimi 14 giorni (dal 20 luglio al 2 agosto) è stata di 5.8 per 100 mila abitanti, in aumento rispetto al periodo 6-19 luglio. Aumento riferibile soprattutto a persone “asintomatiche".
In un quadro di questo tipo, diventa fondamentale "rispettare i provvedimenti di quarantena, anche identificando strutture dedicate, sia per le persone che rientrano da Paesi per i quali è prevista e sia a seguito di richiesta dell'autorità sanitaria essendo stati individuati come contatti stretti di un caso. In caso contrario, nelle prossime settimane, potremmo assistere ad un aumento rilevante nel numero di casi a livello nazionale".
Quanto alla “età mediana dei casi continua a calare, e nell’ultima settimana è ormai intorno ai 40 anni. "Questo - spiega il Report - è in parte dovuto alle caratteristiche dei focolai che vedono un sempre minor coinvolgimento di persone anziane, in parte ad un aumento tra i casi importati e in parte all'identificazione di casi asintomatici tramite screening e ricerca dei contatti in fasce di età piu' basse. Il che comporta un rischio più basso nel breve periodo di un possibile sovraccarico dei servizi sanitari".
Resta il fatto che, sempre nella settimana in considerazione, "in tutte le Regioni sono stati diagnosticati nuovi casi di infezione”. La circostanza è dovuta " in gran parte alla intensa attività di screening e indagine dei casi con identificazione e monitoraggio dei contatti stretti. Oltre ai focolai attribuibili alla reimportazione dell'infezione, vengono segnalati sul territorio nazionale alcune piccole catene di trasmissione di cui rimane non nota l'origine”.