AGI - Doveva essere un messaggio di speranza e allo stesso tempo un monito; al figlio prima di tutto, ma a tutti i giovani in genere, per evitare di precipitare nel vortice della droga e di tutte quelle disavventure che spesso l'associano. E invece il destino sembra che si sia voluto beffare di lui, Gerardo Ventrella, scrittore della Feltrinelli di 54 anni, in gravissime condizioni di salute dopo aver consumato un mix di droga e alcol sabato sera.
Lo stesso mix di sostanze che invece ha provocato la morte del figlio Samuele, 25 anni, dichiarato morto all'ospedale di Massa per arresto cardiaco. Ventrella, con un passato alle spalle intriso di abusi di alcol, droghe e carcere, è l'autore de 'Il mio quartiere', un libro in cui racconta le insidie del mondo della droga, che a volta non lascia scampo, che a volte una seconda opportunità non la dà. Non sempre è così, a dire il vero, anzi sono meno le volte in cui il tragico finale viene scritto, ma questa volta è accaduto, e a pagarne il prezzo più alto è stata la persona più cara, il proprio stesso figlio.
In quel libro, raccontato in prima persona con un linguaggio tagliente e crudo, con la classica dirompenza della parola diretta, Gerardo Ventrella voleva dare un segnale di fiducia, come a spalancare la porta sulla speranza. Rivolgendosi a suo figlio Samuele, e raccontando contemporaneamente a ogni lettore il proprio cammino pieno di insidie e dolore, Gerardo voleva insegnare una cosa che aveva sperimentato e pagato in prima persona.
Si può succhiare il midollo della vita fino in fondo, assaporarne i frutti con tutti i sensi, coglierne ogni attimo, ma avendo il giudizio, la saggezza di non lasciarsi trascinare in un pozzo da cui non e' piu' possibile risalire. Come e' accaduto al figlio, e come potrebbe ancora accadere a lui stesso, in ospedale, impegnato in una disperata lotta tra la vita e la morte.