Mentre viene alleggerita la pressione su Lampedusa e Porto Empedocle, teatro di un'altra fuga di massa dopo quella che ha interessato il centro di accoglienza di Caltanissetta, l'aumento degli sbarchi riporta il tema dei migranti al centro del dibattito politico come non avveniva da tempo. In un'intervista al Corriere, il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, ha parlato di "flussi eccezionali" e di situazione complessa, per la coincidenza con l'emergenza coronavirus. "Abbiamo un problema di salute pubblica, se chi arriva deve stare in quarantena in un Cara e poi scappa, non è un problema di nazionalità", ha sottolineato in proposito il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, "deve fare passi avanti anche l'Ue, che deve riprendere le redistribuzioni che si sono fermate con la pandemia, riattivando l'accordo sottoscritto a Malta nel settembre scorso"
"Dobbiamo riattivare subito i meccanismi di rimpatrio verso la Tunisia perché deve essere chiaro che per noi la Tunisia è un paese sicuro, quindi chi arriva qui viene rimpatriato e non c'è un motivo per concedere diritto di asilo e riuscire a permettere a queste persone di restare in Italia", ha proseguito Di Maio, ricordando la missione di Lamorgese a Tunisi "per cercare di rallentare e fermare le partenze".
"Quanto sta avvenendo nel Mediterraneo sui flussi migratori era abbastanza prevedibile. Era chiaro da mesi che gli effetti dell'epidemia, anche dal punto di vista economico e sociale, avrebbero posto in forma inedita questo tema. Sono scenari che il Governo deve valutare con la piu' grande attenzione", afferma il segretario del Pd Nicola Zingaretti.
"Il Viminale si accorge solo ora di dover fermare i flussi dalla Tunisia, con centinaia di immigrati in fuga dai centri di accoglienza e silenzio totale sulla redistribuzione degli immigrati all'estero. Mentre i clandestini arrivano a frotte, anche con barboncini evidentemente scampati ai lager libici, giovedì il Senato decideraàse devo essere processato per aver difeso i confini. Orgoglioso di aver protetto l'Italia e gli italiani: la rifarei e lo rifarò", è invece il commento del leader leghista Matteo Salvini.
A Caltanissetta mancano all'appello 140 fuggiaschi
Proseguono intanto a Caltanissetta le ricerche per rintracciare 44 migranti, fuggiti domenica pomeriggio dal Cara di Pian del Lago, mentre erano in quarantena, insieme ad altri 140 profughi che nel frattempo sono stati individuati e riportati all'interno della struttura. Al momento non sono previsti trasferimenti proprio perché gli extracomunitari sono in quarantena.
Quanto successo al centro di Pian del Lago è stato al centro di una riunione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, presieduta dal prefetto Cosima Di Stani. Il Comitato ha esaminato le criticità e le esigenze di sicurezza legate al centro di Pian del Lago. Durante l'incontro, il prefetto ha ribadito che non sussistono pericoli legati al Covid in quanto i migranti fuggiti dalla struttura, già sottoposti al test sierologico con esito negativo al momento dello sbarco, una volta giunti a Caltanissetta sono stati nuovamente sottoposti dall'Asp al tampone con esito negativo.
Altre 128 persone arrivano a Lampedusa
È stata poi progressivamente svuotata la tensostruttura dell'hub di Porto Empedocle da dove ieri sono fuggiti circa cento migranti di cui ancora una trentina mancherebbe all'appello. Dopo la notte di intense ricerche delle forze dell'ordine, alcuni dei fuggitivi hanno preferito tornare indietro. In 320, durante la notte, secondo quanto comunica la prefettura, sono partiti per raggiungere alcuni centri di accoglienza del Lazio. In mattinata l'ulteriore svuotamento della struttura di accoglienza provvisoria con il trasferimento dei poco meno di 200 migranti diretti verso alcune strutture del Piemonte.
Varato un piano di trasferimenti anche a Lampedusa dove stanotte sono arrivate altre tre barche, con 106, 13 e 9 migranti, per un totale di 128 persone. Tutti sono stati trasferiti all'hotspot dove gli ospiti sono ora 872 a fronte di una capienza massima prevista di 95. Un primo gruppo di 43 migranti, ieri sera, sono stati imbarcati sul traghetto di linea per Porto Empedocle e sta raggiungendo un centro di accoglienza di Palermo. In tarda mattinata un altro blocco di 250 persone e' stato individuato per lasciare il centro di accoglienza sempre sul traghetto di linea per poi proseguire verso il Molise.
In Sardegna altri 49 arrivi
Non si arrestano gli sbarchi di migranti dall'Algeria sulle coste sud-occidentali della Sardegna, dove dalle 19 di ieri alle 8.30 di stamattina guardia di finanza e carabinieri hanno intercettato in tutto 49 persone, fra le quali una donna, due adolescenti e due sedicenti tunisini.
Un primo gruppo di sette persone era stato avvistato da un guardacoste del Reparto aeronavale di Cagliari delle Fiamme gialle già poco dopo le 19 di ieri e scortato in serata nel porto di Sant'Antioco. Attorno alle 2.30 i carabinieri delle stazioni di Nuxis e Calasetta hanno intercettato a Porto Pino un secondo gruppo di nove algerini, fra i quali una donna. Di fronte a probabili nuovi sbarchi notturni, seppure non usuali, il guardacoste della guardia di finanza, che era rientrato alle 23 dopo 12 ore ininterrotte di pattugliamento, è uscito di nuovo in mare alle 3 per raggiungere attorno alle 6 un barchino con 11 migranti a bordo, fra i quali due minorenni.
Alle 8 i nuovi arrivati sono stati fatti sbarcare nel porto di Sant'Antioco e mezz'ora più tardi è arrivata la segnalazione di un altro gruppo di algerini: 21 uomini trovati sull'isola di Sant'Antioco dai carabinieri della stazione di San Giovanni Suergiu. Si suppone che siano sbarcati a Cala Sapone, direttamente a Sant'Antioco, probabilmente per un errore di rotta.
Non si escludono nuovo sbarchi nell'arco della giornata, soprattutto da stasera, considerate le condizioni meteomarine che favoriscono la breve traversata (meno di 14 ore) fra l'Algeria e il Sud Sardegna.
A Siracusa i migranti sequestrano il personale del centro
Agenti delle Volanti sono intervenuti presso il centro dei Pantanelli, a Siracusa, dove sono ospitati alcuni migranti, in quanto due di loro, uno originario del Togo, di 33 anni, l'altro del Mali, di 20, avevano sequestrato, chiudendo i cancelli con delle catene e dei lucchetti, il personale della struttura. Protestavano, hanno detto, per la scarsa qualità del cibo e per una toilette non funzionante. Solo dopo l'arrivo della polizia, gli stranieri hanno deciso di liberare i dipendenti del centro: sono stati denunciati per sequestro di persona.
Alarm Phone riferisce di una barca con 17 migranti, tra cui tre bambini a bordo, in pericolo al largo della Libia. L'associazione spiega di essere in contato da stanotte con il piccolo gruppo. "La comunicazione e' difficile e si è interrotta alle 7. Le persone nel panico non hanno potuto darci coordinate corrette. Le autorità sono informate e devono cercarli", aggiunge.