AGI - Nuove misure, rigorose e condivise, per gli arrivi dalle aree extra Schengen ed extra Ue. A lanciare l’appello ai partner europei è il ministro della Salute, Roberto Speranza, con una lettera inviata al commissario Ue alla Salute e alla Sicurezza alimentare, Stella Kyriakides, e al ministro della Salute tedesco, Jens Spahn.
L’invito è quello di “delineare insieme” nuove “rigorose misure cautelative” perché, scrive Speranza, seppur nell'ambito di una situazione epidemiologica complessivamente favorevole anche in Italia si è verificata nelle ultime due settimane l'insorgenza di diversi focolai di contagio da Covid-19, innescati spesso da persone provenienti da paesi terzi”. Quindi, esorta: “Oggi più che mai serve una politica comune nella gestione dell'emergenza".
Motivi di sicurezza sanitaria
A destare preoccupazione sono stati gli episodi di contagio legati a cittadini della comunità bengalese a Roma, casi che si sono ripetuti e che hanno portato alla decisione – adottata ieri 7 luglio – di sospendere per una settimana tutti i voli provenienti da Dacca, la capitale del Bangladesh. Uno stop deciso dal ministro della Salute e da quello degli Esteri, Luigi Di Maio, per motivi di sicurezza sanitaria.
Ma evidentemente non basta sospendere i voli diretti dal Bangladesh se si considera che, soltanto oggi, negli aeroporti di Fiumicino e di Malpensa, sono stati bloccati due voli che provenivano da città diverse da Dacca (entrambi arrivati da Doha, capitale del Qatar) ma che avendo fatto scalo nel Bangladesh naturalmente hanno imbarcato centinaia di bengalesi.
Da qui, la decisione di bloccarli a bordo degli aerei – 125 a Roma, 40 a Milano – e di rimpatriarli poche ore dopo, con gli stessi velivoli. Mentre per tutti gli altri passeggeri, di nazionalità diverse, l’obbligo di fare gli opportuni accertamenti medici in aeroporto: i tamponi e poi 14 giorni di quarantena domiciliare.
Tra l’altro, sul fronte dei voli ‘indiretti’, l'assessore alla Sanità della Regione Lazio nonché responsabile dell'Unità di crisi Covid-19 della Regione, Alessio D'Amato, ha sollecitato l’Enac a emettere “una indicazione operativa chiara alle linee aeree affinché non imbarchino, per il tempo stabilito dalla massima autorità sanitaria del Paese, questi passeggeri".
L'ordinanza sui controlli
Prima ancora della decisione di sospendere i voli diretti da Dacca, la Regione Lazio, il 6 luglio, aveva emesso un’ordinanza per aumentare i controlli sui voli speciali provenienti da quella zona, stabilendo che i bengalesi venissero sottoposti, al loro arrivo, al test sierologico e a quello molecolare, per verificare tempestivamente l'eventuale positività e limitare così la circolazione del virus.
Inoltre – sempre secondo quanto si legge nell’ordinanza - l'attività di esecuzione dei test viene condotta dalla ASL RM3, territorialmente competente, avvalendosi anche della collaborazione delle USCAR.
Inoltre, è previsto che la ASL sia tenuta ad assicurare, “nelle more dello svolgimento dei test e in mancanza di adeguata idoneità alloggiativa utile ad osservare l'isolamento fiduciario, le persone siano ospitate presso idonea struttura ricettiva, anche alberghiera, garantendo l'isolamento per il tracciamento necessario”.
Oggi intanto nel Lazio sono stati registrati 14 casi e l’assessore D’Amato, ha messo in evidenza che "9 dei 14 nuovi casi sono di 'importazione' e di questi, 7 hanno un link con viaggiatori di rientro dal Bangladesh con voli già attenzionati".