AGI - Papa Francesco ha ribadito il suo appoggio alla proposta delle Nazioni Unite per una tregua mondiale dei conflitti in corso per permettere di affrontare la pandemia globale di coronavirus. "Questa settimana il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato una Risoluzione che predispone alcune misure per affrontare le devastanti conseguenze del virus Covid-19, particolarmente per le zone già teatro di conflitti", ha detto il Pontefice dopo la recita dell'Angelus.
"È lodevole la richiesta di un cessate-il-fuoco globale immediato, che permetterebbe la pace e la sicurezza indispensabili per fornire l'assistenza umanitaria così urgentemente necessaria. Auspico che tale decisione venga attuata effettivamente e tempestivamente per il bene di tante persone che stanno soffrendo. Possa questa Risoluzione del Consiglio di Sicurezza diventare un primo passo coraggioso per un futuro di pace".
Sull'argomento è intervenuto con un editoriale anche il direttore del dicastero per la comunicazione della Santa Sede, Andrea Tornielli. "L'iniziativa del Papa rappresenta un nuovo passo di un lungo cammino. Un passo reso ancora più urgente dalla crisi provocata dalla pandemia, le cui conseguenze più devastanti - al pari di quelle delle guerre - ricadono sui piu' poveri".
"Domenica 29 marzo - continua Tornielli - il Pontefice aveva già avanzato questa richiesta, appoggiando l'appello in questo senso lanciato cinque giorni prima dal Segretario Generale delle Nazioni Unite. Antonio Guterres aveva chiesto un cessate il fuoco globale e immediato in tutti gli angoli del mondo, richiamando l'emergenza per il Covid-19, che non conosce frontiere. Francesco si era associato "a quanti hanno accolto questo appello" e aveva invitato 'tutti a darvi seguito fermando ogni forma di ostilità bellica, favorendo la creazione di corridoi per l'aiuto umanitario, l'apertura alla diplomazia, l'attenzione a chi si trova in situazione di più grande vulnerabilità".
Successivamente "Francesco era tornato altre due volte a deplorare le spese per gli armamenti", volendo "ricordare nuovamente questo tema che rappresenta una costante del suo pontificato, anche nella piu' lunga delle due preghiere mariane suggerite ai fedeli a conclusione del Rosario nel mese di maggio".
Già "più volte e in occasioni diverse, negli anni precedenti, Francesco aveva denunciato 'l'ipocrisia' e il 'peccato' dei responsabili di quei Paesi che 'parlano di pace e vendono le armi per fare queste guerre'. Parole ripetute anche al ritorno dall'ultimo viaggio internazionale prima dello scoppio della pandemia, quello in Thailandia e Giappone: 'A Nagasaki e Hiroshima ho sostato in preghiera, ho incontrato alcuni sopravvissuti e familiari delle vittime, e ho ribadito la ferma condanna delle armi nucleari e dell'ipocrisia di parlare di pace costruendo e vendendo ordigni bellici'".