AGI - Graziano Mesina è in fuga. Per l'ennesima volta. L'ex primula rossa del banditismo sardo, protagonista di diverse clamorose evasioni, si è reso irreperibile un giorno prima che la Cassazione confermasse la condanna a 30 anni di reclusione per associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di droga. Mesina era tornato in libertà il 19 giugno del 2019 per decorrenza dei termini dopo sei anni di carcere a Nuoro. Si era stabilito a casa del nipote, figlio della sorella Giuseppa. Non aveva un telefono. Neanche i suoi legali, secondo quanto spiegato all'AGI, nelle ultime ore sono riusciti a mettersi in contatto con lui.
Mesina, 78 anni e con qualche problema di salute, sarebbe 'sparito' da Orgosolo la notte tra mercoledì e giovedì scorsi. Si ipotizza che si sia rifugiato a casa di qualche amico: appare infatti poco probabile una latitanza in campagna, vista l'età e le condizioni fisiche. Anche se, con 'Grazianeddu' nulla si può escludere. Nelle ricerche sono mobilitate tutte le forze dell'ordine anche se non e' scattato il piano regionale anticrimine. I controlli si concentrano nel Nuorese.
Orgosolo divisa
La fuga di Mesina ha suscitato reazioni contrastanti nel suo paese natio. "Ormai, considerata l'età potevano lasciarlo tranquillo e, pur da condannato, fargli vivere la vecchiaia fuori dal carcere, dopo tanti anni di galera", è uno dei commenti, rigorosamente anonimo, che si sente per le vie di Orgosolo. Ma c'è anche chi sulla nuova latitanza è meno indulgente: "Doveva evitare quest'ennesima fuga", dicono altri chiedendo in modo fermo di non essere citati. Perche' 'Grazianeddu', comunque lo si giudichi, nel suo paese è considerato un figlio della comunità. In quest'ultimo anno trascorso da uomo libero, usciva quasi ogni giorno per una passeggiata nel Corso, al centro di Orgosolo, e appariva sempre gioviale.
"Ultimamente era molto sereno e fiducioso", ha confermato l'avvocato Beatrice Goddi che lo ha rappresentato ieri in Cassazione dicendosi, però, "molto preoccupata per le sue condizioni di salute". Tra i compaesani in cui Mesina s'imbatteva nella sua passeggiata, c'era il sindaco, Dionigi Deledda: "Ci si incrociava mentre faceva la camminata mattutina e si fermava a scambiare due parole. Così faceva con tutti gli orgolesi". La sentenza prossima ad arrivare, della Cassazione, non sembrava togliere il sorriso a Mesina: "Non dava l'impressione di essere preoccupato", aggiunge il primo cittadino di Orgosolo". "Le questioni giudiziarie? Per carattere era restio a parlarne".
La storia di 'Grazianeddu'
Ex ergastolano, Graziano Mesina era tornata libero nel 2004, dopo aver trascorso quasi 40 anni da detenuto. La sua 'carriera' di bandito era iniziata quand'era giovanissimo e il carcere l'aveva conosciuto presto, dopo una prima condanna per omicidio. Nato il 4 aprile del 1942 a Orgosolo, penultimo degli undici figli di Pasquale Mesina, pastore, e Caterina Pinna, 'Grazianeddu' era stato arrestato la prima volta a 14 anni per porto abusivo d'armi. Poco dopo era fuggito compiendo la prima delle evasioni che l'avrebbero reso celebre.
La seconda fuga risale al maggio del 1962, quando durante un trasferimento dal penitenziario di Sassari si era lanciato da un treno in corsa. La libertà era durata poco: Mesina era stato catturato dopo un lungo inseguimento. Dello stesso anno è la terza evasione, questa volta dall'ospedale di Nuoro dov'era ricoverato. Per sfuggire alla cattura Mesina era rimasto nascosto due giorni e due notti in un grosso tubo nel cortile del presidio. La quarta volta 'Grazianeddu' era evaso dal carcere di San Sebastiano di Sassari. Mesina, assieme all'ex legionario spagnolo Miguel Atienza, si era lasciato cadere dal muro di cinta del carcere. Da allora era rimasto alla macchia fino al 20 marzo del 1968, quando era stato catturato a un posto di blocco da una pattuglia della polizia stradale nei pressi di Orgosolo.
Ancora un'evasione dal carcere di Lecce nel 1976, con una latitanza durata quasi un anno. Dopo essere stato rinchiuso nel penitenziario di Porto Azzurro, Mesina aveva avuto un comportamento irreprensibile per ottenere il riesame della sua vicenda processuale. Nel 1985 si era allontanato dal carcere per una 'fuga d'amore' ma era stato rintracciato e catturato. Le sue fughe e la sua latitanza sono diventate mitiche in Sardegna e si racconta che spesso tornasse a Orgosolo per incontri con donne innamorate di lui.
Dopo un periodo di relativo silenzio, l'ex primula rossa del banditismo sardo era tornato alla ribalta nel 1992 quando era rientrato in Sardegna per occuparsi del sequestro di Farouk Kassam. La vicenda aveva suscitato polemiche sul ruolo di Mesina nella liberazione del bambino. L'anno successivo era stato rinchiuso definitivamente in carcere dopo che furono ritrovate alcune armi in un cascinale di San Marzanotto d'Asti, dove 'Grazianeddu' viveva.
Era stato condannato dalla Corte d'appello di Cagliari a 30 anni di reclusione con la revoca della grazia concessa nel 2004 dall'allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Poi era stato arrestato il 10 giugno del 2013, per traffico internazionale di droga. Tre anni più tardi Mesina era stato condannato a 30 anni di carcere per associazione a delinquere specializzata nel traffico di droga. Il verdetto della seconda sezione penale del tribunale di Cagliari era stato più pesante della richiesta del pubblico ministero, che aveva chiesto la condanna a 26 anni di carcere. Nel 2018 la pena gli era stata confermata in appello. Mesina, che si è sempre proclamato innocente, era tornato in libertà il 19 giugno dell'anno scorso.