"Ha vinto il contagio della felicità" e così il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, durante un intervento a La7, cerca di chiudere le polemiche che dalla notte scorsa accompagnano i festeggiamenti per la conquista della Coppa Italia da parte del Napoli. Un tentativo dopo che l'Oms con il direttore aggiunto Ranieri Guerra, negli studi televisivi Rai di Agorà, trasmissione che su Napoli ha già compiuto 'scivoloni', definisce i festeggiamenti di ieri sera, proseguiti fino a notte fonda, "sciagurati".
"In questo momento non ce lo possiamo permettere - spiega Guerra - per fortuna è accaduto a Napoli, dove governatore e sindaco hanno messo in atto misure rigide e l'incidenza del virus è più bassa che altrove". Guerra ricorda anche gli effetti devastanti della partita dell'Atalanta all'inizio dell'epidemia in Lombardia. "Non vorrei - aggiunge - che si ripetesse proprio ora, che il Comitato Tecnico Scientifico ha cercato di accogliere le proposte del Figc per non limitare del tutto il gioco del calcio, come da scienza e coscienza medica sarebbe suggerito".
Le immagini commentate da Guerra si riferiscono a tutta la città, invasa dalla folla in festa poco dopo le 23, quando i rigori assegnano il risultato che in 90 minuti non era arrivato. E poi fuochi d'artificio, i caroselli di auto, gli immancabili scooter con più di due persone in sella, le sfilate sul lungomare, nei vicoli del centro e le piazze che si riempiono fino all'inverosimile di tifosi che si abbracciano, alcuni con la mascherina e molti senza. La festa è stata spontanea e liberatoria, per un titolo atteso da anni e per mesi e mesi di rigida osservanza delle norme anti contagio.
Un dato incontrovertibile: non solo Napoli, ma tutta la Campania ha rispettato i limiti del lockdown, portando, tra le regioni più densamente popolate, una diffusione del virus contenuta e una bassa mortalità. Ora però sono in tanti a chiedere che dalle immagini di ieri notte vengano estrapolati casi specifici di persone che non hanno rispettato le norme sul distanziamento. In prima fila il leader della Lega, Matteo Salvini, che porge i complimenti, ma ironicamente domanda dove fosse il presidente della Regione, Vincenzo De Luca, e soprattutto che fine abbia fatto il suo "lanciafiamme".
Tra i tanti video della serata, che potranno offrire un contributo alle identificazioni, c'è da considerare anche quello che riprende gli ultrà napoletani della Curva B che srotolano uno striscione davanti allo stadio San Paolo per ricordare le vittime del coronavirus. A fare da contraltare episodi di ordinaria criminalità, che prendono a pretesto i festeggiamenti per una gambizzazione. È accaduto in via Carbonara, vicino il quartiere Forcella. Vincenzo Vassallo, 45 anni, è stato colpito da quattro proiettili da qualcuno che stava festeggiando armi in pugno. Ha rimediato una frattura alla rotula ed è ricoverato nell'ospedale "Pellegrini".
Poco dopo in via Rossarol tre ragazzi armati di pistola hanno affrontato due ragazzi che avevano uno scooter, per rubare il mezzo. Poco dopo le 3 la folla ha aggredito una squadra del 118 della postazione di piazza Garibaldi, intervenuta per soccorrere un uomo colto da malore nella ressa alla stazione per l'arrivo della squadra. Non tutti però sono pronti a difendere o giustificare la notte di festeggiamenti. La piazza virtuale del social si spacca e sono tanti i napoletani a prendere posizione contro quanti "hanno vanificato gli sforzi fatti nei mesi scorsi per contrastare il virus", mentre una buona fetta degli utenti sottolinea che le accuse di queste ore arrivano da "chi è nemico del Sud". E magari juventino.