AGI - Parte dall'Emilia-Romagna la lotta biologica contro la cimice asiatica. Un primo plotone di 110 vespe samurai è stato lanciato oggi nelle campagne di Campogalliano (Mo), mentre il restante esercito di oltre 65mila esemplari si prepara al volo da 300 siti regionali. I primi 110 esemplari di Trissolcus japonicus - 100 femmine e 10 maschi - sono state liberate nei pressi di una siepe naturale di proprietà privata, adiacente ai frutteti di un imprenditore associato Coldiretti, coperti con reti monoblocco. L’obiettivo per il 2020 è un insediamento diffuso e veloce, che dovrà comunque essere affiancato da difesa attiva e passiva.
“E’ in assoluto la prima iniziativa di lotta biologica così radicale - commenta l'assessore regionale all'agricoltura, Alessio Mammi - Trissolcus japonicus è l’antagonista naturale che storicamente riequilibra la presenza della cimice asiatica negli ecosistemi e abbiamo quindi valide ragioni per ipotizzare buoni risultati".
Il piano regionale di contrasto alla cimice asiatica è stato autorizzato dal ministero dell’Ambiente ed è basato su uno studio scientifico del rischio durato due anni e sviluppato dal Consiglio per la ricerca in agricoltura (Crea-DC).
Il progetto in Emilia Romagna conta 300 siti indicati da un apposito cartello e distribuiti lungo i corridoi ecologici (siepi, aree verdi, boschetti, ecc) dove la vespina samurai non è disturbata e dove il parassita depone le sue uova.
Ogni punto prevede due lanci, verso la metà di giugno e la metà di luglio, in corrispondenza con i due picchi di ovature della cimice. Ogni volta vengono liberati 100 esemplari adulti femmina e 10 adulti maschio, tanti i monitoraggi entomologici da fare prima e dopo il lancio per verificare l’avvenuto insediamento.
Una lotta al parassita che lo scorso anno, in regione, ha provocato ingenti danni alle coltivazioni; coltivazioni che quest’anno dovranno essere comunque difese con reti anti cimice e con il controllo integrato e biologico dal momento che i risultati dell’immissione della vespina e l’auspicato riequilibrio ambientale della cimice potranno essere valutati nei prossimi anni.
“Oltre alla lotta biologica vanno avanti anche gli interventi di carattere chimico per limitare la presenza della cimice asiatica e gli investimenti sui sistemi di difesa come le reti anti cimice- ha spiegato Mammi - Un investimento di 9 milioni di euro sull’ultimo bando del Programma di sviluppo rurale che ha finanziato le reti, infatti, ha permesso di accogliere tutte le richieste pervenute. Infine, stiamo continuando a raccogliere le domande per riconoscere, entro settembre-ottobre 2020, gli indennizzi per coloro che hanno subito i danni della cimice asiatica nel corso del 2019”.