AGI - Secondo un nuovo studio, il camminare e l'andare in bicicletta potrebbero non essere attività così eco-sostenibili come si pensa. Effettivamente lo spostarsi in bici o a piedi presenta molti vantaggi e aiuta a ridurre le emissioni di gas a effetto serra, ma i ricercatori affermano che va anche considerato cosa mangiano le persone per alimentare tali attività.
In un articolo pubblicato sulla rivista internazionale "Scientific Reports", ricercatori dell'Università di Otago, Nuova Zelanda, affermano che le persone che passano da modi di trasporto passivi, come la guida, a modi attivi, come il camminare, avranno un fabbisogno energetico piu' elevato, il che potrebbe portare ad un aumento del consumo di cibi legati a sistemi di produzione ad elevato impatto ambientale.
La ricercatrice capo Anja Mizdrak dell'Università di Otago, afferma che produrre il cibo necessario per alimentare il camminare e il ciclismo ha un costo in termini ambientali. "Per massimizzare i benefici sulle emissioni di gas a effetto serra conseguiti aumentando il trasporto attivo, dobbiamo anche affrontare i modelli dietetici. Le emissioni associate al trasporto attivo saranno inferiori se il camminare e l'andare in bicicletta saranno alimentati da opzioni dietetiche a basse emissioni".
La ricerca stima un dispendio energetico aggiuntivo necessario per percorrere un chilometro tra le 48 e le 76 chilocalorie per il camminare e tra le 25 e le 40 chilocalorie per l'andare in bicicletta. "Se questa energia viene compensata dall'assunzione di cibo in più, viaggiare per un chilometro nei paesi più economicamente sviluppati potrebbe comportare un aumento delle emissioni di gas serra di 0,26 chilogrammi di CO2 per chilometro per il camminare e di 0,14 chilogrammi di CO2 per chilometro per il ciclismo".
Cristina Cleghorn, nutrizionista presso l'Università di Otago, Wellington, e co-autrice del documento di ricerca, sostiene che ridurre il consumo di carne e spostare le diete dagli alimenti trasformati verso verdure, legumi, cereali integrali e frutta è la chiave per far sì che le scelte di mobilità alternative siano pienamente ecocompatibile.
"Dato che le emissioni associate a diversi gruppi alimentari variano ampiamente - dai 0,02 grammi per i legumi ai 5,6 grammi di CO2 per chilocaloria per carne bovina e agnello - i consumatori che passano a cibi con emissioni più basse potrebbero ridurre le emissioni alimentari complessive fino all'80 per cento".
Cleghorn sottolinea che nei paesi ad alto reddito, le riduzioni delle emissioni di gas serra sono in gran parte proporzionali all'entità della carne e alla riduzione dei latticini. "Per ridurre le emissioni di gas a effetto serra dobbiamo incoraggiare i cambiamenti in cio' che mangiamo, oltre che nel modo in cui ci spostiamo", aggiunge.