AGI - "Come è giusto che sia, gli schieramenti politici stanno lavorando per l'individuazione dei possibili candidati e l'opinione pubblica commenta. Ringrazio quanti stanno pensando a me, ma credo sia doveroso dire che la candidatura a sindaco di Roma non fa parte dei miei orizzonti". È quanto scrive in una lettera a "Il Fatto Quotidiano" il capo della Polizia, Franco Gabrielli, con riferimento ad un articolo che lo indicava tra i possibili candidati al vertice del Campidoglio.
"Da tempo - spiega Gabrielli - anche qui senza usare un linguaggio obliquo, vado sostenendo la necessità di limitare il diritto di elettorato passivo, la possibilità cioè che un funzionario dello Stato, con un ruolo apicale, si candidi nel territorio in cui svolge la sua funzione. Non voglio scomodare considerazioni circa la necessità di restituire dignità alla Politica - continua il capo della Polizia - sottraendola alla ricerca affannosa di un 'Papa straniero'. Mi limito a rilevare come chi ricopre incarichi pubblici, soprattutto di grande visibilità, goda di una posizione di vantaggio rispetto agli altri contendenti, 'dopando' in tal modo la competizione elettorale. Ma l'argomento che trovo dirimente è l'esigenza di riaffermare il carattere terzo della funzione amministrativa: una tardiva 'discesa in campo' genera inevitabilmente il sospetto che il comportamento di quel funzionario ed i suoi atti siamo stati condizionati dai suoi convincimenti ideologici o dalle sue ambizioni politiche. E ciò semplicemente non può essere".