AGI - Cinema, teatri, centri estivi per bambini, eventi e congressi, centri termali, sale scommesse, Bingo. La Fase 3 entra nel vivo con la ripresa di numerose attività, praticamente bloccate per oltre tre mesi, ma servirà un altro mese per poter parlare di riapertura completa, o quasi. Da domani, comunque, si ricomincia con il mondo dello spettacolo, compresi gli eventi all’aperto, con un massimo di 1000 persone, e al chiuso con un massimo di 200, e con altro, ma per gli sport di contatto bisognerà aspettare il 25 giugno (curva epidemiologica permettendo) e per le discoteche e le sale da ballo il 14 di luglio, anche se non ovunque.
La Fase 3, insomma, entra nel vivo, ma serviranno almeno tre step per completarla. In attesa delle altre date, però, alcune Regioni hanno deciso di anticipare i tempi dettati dal Dpcm del governo. Per le discoteche e le sale da ballo, ad esempio, in Emilia Romagna, Veneto, Calabria, e in Friuli Venezia Giulia, i battenti riapriranno venerdì prossimo, 19 giugno.
Si può ballare da lunedì 15 giugno in Sicilia, invece, grazie alla decisione del governatore Nello Musumeci firmata sabato sera. Stessa cosa in Puglia, come stabilito dal presidente Michele Emiliano. In Campania, invece, la riapertura è stata già autorizzata alcuni giorni fa, ma si può ascoltare musica, bere un drink o rilassarsi, ma non si potrà andare in pista a ballare; identica cosa nel Lazio, a partire da domani.
Stesso discorso per quanto riguarda fiere e sagre, autorizzate da oggi e dai prossimi giorni in tutta Italia. Intanto, altre Regioni, in ordine sparso, come accade dal primo giorno dell’epidemia, lavorano a nuove ordinanze per anticipare o posticipare la ripresa di altre attività.
Le riaperture al via da lunedì 15 giugno, in ogni caso, saranno condizionate da nuove regole e dal problema principale con cui facciamo i conti ormai da circa 100 giorni: il distanziamento sociale, seguito dal divieto di assembramento. Le regole variano da settore a settore, ma per tutti c’è sempre da tener presente il famoso metro di distanza.
E poi, abbracci vietati, men che meno i contatti ravvicinati, ingressi contingentati e su prenotazione, capienze dei locali di ogni genere ridotte alla metà, uso delle mascherine, percorsi diversi per entrate e uscite, misurazione della temperatura, sanificazione. Insomma, bisogna ripensare gli spazi, gli accessi, garantire il personale di sorveglianza (sempre in mascherina e di frequente alle prese con il gel igienizzante).
Un insieme di cose che ha scoraggiato, e scoraggia, molti imprenditori che ancora oggi sono combattuti, e continuano a chiedersi se tirare su le saracinesche, oppure continuare a tenerle abbassate. Le regole in vigore per la Fase 3 sono state approvate anche dalla Conferenza delle Regioni. E, come sottolineano gli esperti, sono senza ombra di dubbio efficaci nel contrasto ai nuovi contagi. Più di qualche dubbio, invece, riguarda l'applicabilità delle stesse regole. E infatti diverse associazioni di categoria sottolineano le grandi difficoltà dei gestori dei locali a garantire al massimo il divieto di assembramento, il distanziamento sociale.
Tra i problemi principali, inoltre, quello che riguarda la cassa: il potenziale incasso scende almeno del 50%, i costi invece aumentano a dismisura, considerate anche le spese per mettersi in piena regola. La stagione estiva, quindi, prende il via con numerose incognite. Si può riaprire, ma al momento non tutto riaprirà (per decreto o per decisione degli operatori commerciali). E tutte le speranze sono riposte nella voglia degli italiani di un ritorno alla vita normale, rispettando le regole anti contagio, e nelle possibilità degli stessi di andare in vacanza in uno dei tanti e straordinari luoghi di villeggiatura, al mare o in montagna, del nostro Paese.