Una banda di cyber criminali, che agiva su tutto il territorio nazionale, è stata individuata e sgominata dalla Polizia di Stato per aver ottenuto oltre 100 mila euro da società finanziarie sfruttando l'identità rubata ad un giornalista televisivo.
L'indagine è partita proprio dalla denuncia di quest'ultimo, accortosi lo scorso anno che a suo nome risultavano attivi tre finanziamenti disposti da ING Direct, Findomestic e Agos, per un importo complessivo di circa 100 mila euro (uno da 50 mila e due da 25 mila euro) che lui non aveva mai richiesto.
Dagli accertamenti che il pm di Bologna Nicola Scalabrini ha affidato alla Polizia Postale di Bologna, con il coordinamento del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma, è emerso che le somme di denaro erano state dapprima convogliate su un unico rapporto bancario, poi suddivise su altri tre conti correnti intestati a terzi e infine monetizzate mediante prelievi presso gli sportelli ATM o puntate nelle sale scommesse di Roma, Firenze e Livorno.
Come è stata rubata l'identità della vittima
I finanziamenti erano stati ottenuti on-line utilizzando le copie informatiche dei veri documenti di identità del giornalista, la busta paga falsificata e altra documentazione personale precedentemente acquisita grazie ad accessi abusivi agli account della vittima.
I rapporti bancari "collettori", anch'essi intestati in modo fraudolento al giornalista, erano stati attivati attraverso la riproduzione informatica dei documenti della stessa vittima, con l'immagine, però, di un altro uomo.
Come sono stati scoperti i ladri di identità
Grazie all'utilizzo di un apposito programma informatico di riconoscimento del volto (S.A.R.I.), l'individuo è stato identificato in un pregiudicato partenopeo di 63 anni residente a Roma. A quel punto le indagini si sono spostate nella Capitale.
L'analisi delle connessioni avvenute per eseguire i bonifici consentivano di scoprire che tutte le operazioni erano state effettuate da device, tutti localizzati a Roma. La comparazione dei tabulati telefonici degli intestatari dei conti correnti sui quali sono confluiti i profitti con l'esame dei dati relativi ai prelievi ATM permettevano di individuare gli organizzatori della frode in altri due pregiudicati, un romano di 31 anni ed un piemontese di 47.
Gli indagati, all'esito di due perquisizioni domiciliari, sono stati denunciati per concorso nel reato di accesso abusivo a sistema informatico, sostituzione di persona e truffa.
Denuncia anche per un 63enne residente a Firenze e un 44enne di Livorno per aver fornito il proprio rapporto di conto corrente al fine di ricevere le somme fraudolente.
Quanto ci ha rimesso la vittima
Le società creditizie presso le quali sono stati accesi i finanziamenti non hanno preteso che la vittima si facesse carico del debito derivante; il giornalista non ha quindi subito il danno economico (ingente) derivante dalla frode. È stato, invece, sicuramente vittima di un accesso abusivo ai propri dati personali custoditi in sistema informatico (uno dei prodotti piu' ambiti dai cyber criminali) e di sostituzione di persona.
Cosa fare per evitare che succeda
La tempestività della denuncia ha messo la vittima al riparo dalle conseguenze immediate (ma anche future) dei reati che possono essere stati commessi con i suoi dati e documenti. Per questi motivi, è sempre raccomandabile tutelare i propri dati personali (documenti, informazioni riservate, coordinate bancarie, estremi di carte di pagamento) conservandoli in supporti protetti da password evitandone l'impropria divulgazione.