AGI - La donna che ha avuto un figlio da un suo allievo, minorenne, al quale impartiva ripetizioni balzò nel 2019 agli onori delle cronache, prendendo avvio dalla denuncia della madre del ragazzino. Suo figlio, allora di 13 anni, aveva avuto una relazione con l'insegnante, che era già madre di un altro bambino.
Gli investigatori della Squadra mobile di Prato acquisirono informazioni, testimonianze, e soprattutto i telefoni della donna e del ragazzino. Ora dopo ora le prove divennero sempre più consistenti.
Anche il dna confermò ciò che dicevano le chat, a tratti minacciose, tra l'insegnante e il suo amante-ragazzino: il secondo bambino della donna, sposata, era davvero figlio di quella relazione, nata durante le ripetizioni. La Procura di Prato, davanti a quel fardello di prove sempre più pesanti, chiese e ottenne dal gip Francesca Scarlatti l'arresto della donna, che oggi ha 32 anni.
Una misura cautelare (agli arresti domiciliari) che arrivò il 27 marzo dell'anno scorso, pochi giorni dopo le frenetiche e incredibili scoperte della squadra mobile. Violenza sessuale su minore, l'accusa choc, a cui i difensori hanno sempre replicato che i rapporti cominciarono quando il ragazzo era più grande e pienamente consapevole.
Anche il marito è rimasto invischiato nel caso: sapeva, dicono i magistrati, che quel figlio non era suo ma ha chiuso gli occhi. Tra i tanti interrogativi su questa coppia e tra qualche scivolone giudiziario (non è stato possibile fare il rito abbreviato per un vizio nella documentazione legale dell'imputata) il processo è cominciato quasi subito, il primo luglio dello scorso anno. Tra perizie, cure, e le tante domande su un caso che sembra uscito da un romanzo. Lei, in aula, ha risposto a quelle dei magistrati e oggi è 'libera', quanto meno dalle misure cautelari.