Passeggiate sulla sabbia delle spiagge sarde sì, stare sulla battigia anche, ma tuffo e nuotata in mare no. Almeno così sembra, in attesa di una eventuale nota esplicativa della 'ordinanza notturna' del 17 maggio del presidente della Regione Christian Solinas. Nel documento non si affronta direttamente la questione dei bagni in mare, ma si indica che "a decorrere dal 18 maggio è concesso l'accesso alle spiagge libere e agli arenili".
In attesa di ulteriori elementi di valutazione, nell'isola è scoppiato il dibattito. Alcuni ricordano che in precedenti interventi del governatore era stata concessa la possibilità di una nuotata - anche perché si tratterebbe di attività sportiva non vietata -, altri sottolineano che, non essendo espressamente proibito, il bagno in mare e concesso.
L'AGI, sull'argomento, ha interpellato l'assessore regionale agli Enti Locali, Quirico Sanna, referente dei sindaci dei comuni costieri i quali dovrebbero decidere sulla 'fruibilità' o meno della acque davanti ai litorali di loro competenza. "Ancora non è prevista la balneazione", ha confermato l'esponente della Giunta rispondendo a una precisa domanda.
"In spiaggia si può andare a passeggiare, distanziati, ma senza entrare in acqua", ha spiegato l'assessore. La soluzione del problema, comunque, dovrebbe arrivare in breve tempo. "I bagni in mare saranno consentiti - ha assicurato Quirico Sanna - quando arriveranno le linee guida del governo nelle quali verrà indicata la 'percentuale di accessibilità' del litorale". In attesa di norme definitive, tutto sembra ruotare intorno al concetto di balneazione.
Il significato letterale della parola non lascia spazio a dubbi: significa fare il bagno. Qualcuno sembra però interpretarla in modo più ampio, intesa come un frequentare la spiaggia - con eventuale tuffo in mare - non esente da rischi di assembramento. E quindi, al momento, pericoloso e da vietare in attesa di precise disposizioni su distanze da osservare e precauzioni da adottare.