Per Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell'istituto Spallanzani di Roma e membro del Comitato tecnico scientifico "adesso bisogna fare attenzione alla seconda ondata. Tante riaperture tutte insieme portano con sé il rischio che l'epidemia riparta".
"Più persone in giro, più contatti sui mezzi pubblici e nei negozi, nelle aziende e al ristorante rendono fondamentale il rispetto delle misure di prevenzione. Altrimenti nel giro di poco tempo ci troveremo a chiudere di nuovo tutto", avverte Ippolito, intervistato da 'Repubblica'. "Dobbiamo avere ben chiaro che è fondamentale il monitoraggio dalla situazione, che deve essere fatto con la massima attenzione ai dati. Questi debbono essere affidabili, tempestivi e disponibili per tutti con il massimo livello di dettaglio. Saranno queste le basi di un nuovo patto nel Paese per il controllo della malattia".
"Con riaperture nessuna impennata contagi", sottolinea Locatelli
"I dati dell'ultimo bollettino della Protezione civile sono belli, i migliori dall'8 marzo ad oggi dal punto di vista della mortalità. Si è ulteriormente ridotta la pressione sulle terapie intensive. Solo due regioni, Lombardia e Piemonte, presentano numeri di positivi a tre cifre. Le misure di contenimento hanno impedito all'epidemia di dilagare al centro, al sud e nelle isole. Cominciamo ad avere dati di un certo interesse che danno respiro, a 12 giorni dalle prime riaperture. La temuta impennata non c'è stata, nessun impatto negativo sul rallentamento dei casi".
Lo rileva Franco Locatelli, membro del Comitato tecnico scientifico, intervistato dal 'Corriere della sera'. Secondo Locatelli, i dati sono una "ottima premessa" per la ripresa da domani delle attività economiche perché "con un approccio di riaperture graduali i livelli di rischio si sono mantenuti bassi".