L'emergenza coronavirus ha costretto le persone a chiudersi in casa e a fare i conti con un nuovo nemico che negli ultimi mesi in Italia ha ucciso decine di migliaia di persone, soprattutto in Lombardia. Il Covid-19 è divenuto, nell'immaginario collettivo, il "nemico", la "nuova peste", "il mostro". La scrittrice Dacia Maraini, con un nuovo romanzo in uscita il prossimo 30 giugno per Rizzoli dal titolo "Tra di noi" che affronta il tema della peste del 1743 in Sicilia, commenta con l'AGI il fenomeno che sta cambiando la vita degli italiani e del mondo intero.
La memoria in questi mesi è corsa spesso alle pestilenze dei secoli passati dove si moriva praticamente senza cure. Oggi la situazione dal punto di vista sanitario è diversa eppure, davanti alle malattie virulente, sembriamo sconfitti e domina la paura. "In effetti - afferma Maraini - una volta stabilite tutte le differenze di tipo medicale e sanitario che sono molte, se si osserva la psicologia delle persone di fronte alla paura, si deve riconoscere che non cambia molto rispetto alle pandemie dei secoli passati. Il bisogno di trovare un colpevole, il sospetto verso gli altri che diventano facilmente 'untori', la scoperta di rimedi stravaganti e pericolosi che vengono venduti agli allocchi, sono atteggiamenti comuni che nascono dalla paura. Come dice Goya 'Il sonno della ragione genera mostri'".
Gli italiani, comunque, si sono comportati abbastanza bene in questi mesi di cosiddetto lockdown. "Direi proprio bene - dice la scrittrice - il problema si presenta adesso, nel momento in cui si passa dalle precauzioni ai progetti per il futuro. Ricominciano le risse, gli scontri, le lotte meschine per il potere. La classe dirigente non sta dando un buon esempio".
Ha visto un'Italia solidale o ancora più incattivita? "L'Italia è divisa in due: una parte di gente incattivita, rabbiosa, che ce l'ha con tutto e tutti e vorrebbe solo distruggere; e una parte di persone civili e solidali che si mettono al lavoro per aiutare il paese a riprendersi. Io spero solo che la parte dei solidali abbia la prevalenza sui catastrofisti e i cinici".
Parliamo di misure d prevenzione, quelle decise a livello politico, le sembrano appropriate? "Il guaio di questo virus - osserva ancora Maraini - è che nessuno ne sa niente. E' un microorganismo ambiguo e imponderabile. Non si comporta come gli altri virus conosciuti. Ha una vita sua propria, molto mutevole e imprevedibile. Per questo è difficile fare previsioni e, quindi, prendere decisioni per il futuro. Credo che la cosa più onesta sia dichiarare questa incertezza e andare coi passi di piombo giorno dopo giorno. L'importante è pensare al paese nel suo insieme, senza dedicarsi al personale, e prepararsi con razionalità ad affrontare il futuro, senza ingannare, mentire, tacere".
In questi mesi è apparso evidente anche il problema dell'autonomia delle regioni rispetto alle scelte del governo centrale. "Basta essere chiari: fino a un certo punto le regioni debbono essere autonome. Da un certo punto in poi decide lo Stato centrale - conclude la scrittrice - ancora sembra che non ci siamo convinti che l' Italia è unita".