Un funzionario dell'Agenzia delle entrate è stato arrestato per corruzione e un imprenditore è stato interdetto nell'ambito di un'indagine condotta dalla Guardia di Finanza di Pordenone, guidata dal colonnello Stefano Commentucci, e coordinata dal procuratore Raffaele Tito.
Il funzionario, che è ai domiciliari, è accusato di aver dato in più occasioni all'imprenditore informazioni riservate, cui aveva accesso grazie al proprio ruolo, ricevendo in cambio utilità personali. L'imprenditore avrebbe usato le delicate informazioni nelle scelte gestionali della sua attività.
Il funzionario, inoltre, è gravemente indiziato di aver indotto un secondo imprenditore, durante una verifica fiscale, a sponsorizzare con 20mila euro un'associazione sportiva dilettantistica della zona di Aviano (Pordenone), nella quale l'uomo riveste ruoli direttivi. In questo secondo caso hanno assunto grande importanza le dichiarazioni dell’imprenditore; l'uomo si è infatti spontaneamente presentato in Procura per rivelare quanto avvenuto.
Per questa ragione potrà fruire, con ogni probabilità, primo caso a livello provinciale, della causa di non punibilità introdotta dalla "legge spazzacorrotti" che tutela chi, pure avendo avuto parte in episodi corruttivi o similari, decida di denunciare i fatti, a patto che ciò avvenga prima di sapere di essere coinvolto nelle indagini.
Da quanto si è appreso, l'indagine che ha portato all'arresto è scaturita da una segnalazione della stessa Agenzia delle Entrate. Su delega della procura di Pordenone sono in corso ulteriori accertamenti per meglio chiarire i contorni della vicenda. Il gip nei confronti del pubblico funzionario ha disposto il sequestro per equivalente della somma che ha costituito il profitto del reato.