“Sarà l’aria, sarà l’acqua”, sarà il naturale isolamento unito alle rigide disposizioni sanitarie in atto da marzo, ma Portofino è uno dei paesi covid-free della Liguria. Graziati dal punto di vista sanitario, sono però in seria difficoltà sul fronte del turismo. La “perla del Tigullio”, biglietto da visita per eccellenza della Liguria n tutto il mondo dovrà fare a meno di un buon 60% di incoming in questa estate 2020 segnata dalla pandemia: niente statunitensi, niente argentini, russi o brasiliani. Niente divi di Hollywood o star della musica internazionale ormeggiati a largo con i loro yacht da capogiro.
“Si tornerà alle vacanze degli anni 70 - dice all’AGI il sindaco Matteo Viacava - Un turismo ancor più d’élite, con meno presenze, meno ‘mordi e fuggi’; si faranno vacanze lunghe, nelle ville del territorio, con permanenze di 15 giorni o un mese, come avveniva 50 anni fa”.
Ci sarà dunque un incremento di villeggianti nelle seconde case, ma un calo degli yacht di grandi dimensioni, con una perdita di fatturato importante. Il sindaco sottolinea che sono giorni di grande lavoro con l’auspicio di riaprire il paese a giugno: “Da quel momento ci aspettiamo che vi sia la possibilità di spostarsi tra regioni e, magari, anche quella di creare piccoli corridoi per permettere agli europei di venire qui, con canali da Francia, Germania, Austria, Svizzera, Polonia”, dice il primo cittadino.
Inoltre, con Vernazza, suggestivo borgo delle Cinque Terre, anch’esso covid-free, “stiamo studiando un pacchetto per i turisti. Attraverso un collegamento via mare, con una barca privata, potremmo consentire di trascorrere alcuni giorni a Portofino e altri a Vernazza - dice Viacava - Fare squadra è la maniera più efficace per far rimanere il turista sul territorio. E, visto che non potrà andare all’estero, puntiamo ad offrirgli il meglio”.
Ma l'estate a Portofino non sarà un 'liberi tutti' e il paese - dietro la bellezza del suo mare cristallino, di stretti vicoli, passeggiate nel verde e paesaggi mozzafiato - ha creato un'architettura di misure di sicurezza stringenti per continuare a rimanere “covid-free”. Il sindaco ha già firmato un'ordinanza che sarà in vigore per tutta l'estate in cui si impone l'obbligo di mascherina: “Bisogna portarla sempre con sé e indossarla negli ambienti chiusi o laddove non è possibile garantire la distanza di sicurezza, come nei vicoli, nella calata, lungo la passeggiata del faro e lungo quella per Paraggi” sottolinea Viacava. Non solo: già in questi giorni sono al lavoro gli operai - tutti sottoposti a test sierologici - per lavorare ad attrezzare adeguatamente bar, ristoranti e locali.
La fortuna è che molti hanno ampi dehors per garantire il distanziamento sociale, “ma bisogna fare anche un lavoro psicologico importante sul cliente, facendogli tornare la voglia di andare a mangiare al ristorante. Per questo dobbiamo essere impeccabili con le misure di sicurezza” sottolinea il sindaco. Il Comune ha anche acquistato dei termoscanner: uno verrà utilizzato alla Marina di Portofino, dove sarà creato una sorta di checkpoint, ma alla maniera del borgo, “magari con fiori, comunque grazioso”: in quell’area verranno isolati gli arrivi dal mare con yacht e imbarcazioni e verrà misurata la temperatura a coloro che vogliono scendere nel borgo.
Un altro termoscanner è in uso nell’autoparcheggio per verificare la temperatura degli arrivi in auto. Un altro ancora è in dotazione alla Polizia municipale per gli ulteriori controlli. Inoltre è stato acquistato dall’amministrazione un ozonizzatore per sanificare gli ambienti chiusi. Insomma: il piccolo paradiso ligure senza casi covid-19 cerca di rimanere inviolato dal virus.
Non a caso, per amore di questo piccolo Eden, lì ha scelto di trascorrere la quarantena Piersilvio Berlusconi insieme alla sua famiglia. E sempre lì, nel paese con la piazzetta che ha fatto innamorare il mondo, ha il suo ristorante Cracco che proprio in questi giorni sta lavorando a Portofino per preparare il suo ristorante “Pitosforo”.
A giugno "la perla del Tigullio" si prepara ad una Dolcevita più sobria del solito, ma solo ad una condizione: "Siamo pronti ad aprire i primi di giugno - ribadisce Viacava - ma solo se sarà consentita la mobilità tra regioni. A quel punto lì ha un senso lavorare”.