Per contrastare la pandemia di coronavirus e bloccare la catena di contagi, le scuole di ogni ordine e grado sono chiuse in tutta Italia dal 10 marzo scorso. In alcune regioni, in seguito a decisioni prese dai presidenti delle giunte regionali d’intesa col Ministero della Salute, lo erano già da fine febbraio (ad esempio in Lombardia o in Emilia-Romagna).
In base a quanto dichiarato in un’intervista a Repubblica del 25 aprile dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, sembra poi certo che non riapriranno prima dell’inizio del prossimo anno scolastico, a settembre. Ma qual è la situazione negli altri grandi Paesi europei?
Francia
Il governo di Macron ha deciso di chiudere tutte le scuole francesi a partire da lunedì 16 marzo: circa una settimana dopo l’attivazione della misura nel nostro Paese. Contestualmente sono stati attivati a livello regionale dei centri per assicurare la presa in carico dei bambini i cui genitori sono “lavoratori essenziali” che, quindi, non possono restare a casa a causa della pandemia.
A partire dall’11 maggio, in alcune regioni francesi inizierà una seconda fase, durante la quale verranno progressivamente eliminate alcune misure restrittive, tra cui anche la chiusura delle scuole. Le “zone verdi” del Paese che potranno iniziare a tornare alla normalità sono state decise in base a tre criteri: numero di contagi, capacità e operatività degli ospedali e disponibilità di test.
Sul sito del governo francese si legge che le scuole materne ed elementari potranno riaprire l’11 maggio (ma la frequenza rimarrà comunque volontaria), mentre la scuola media (i “collèges”) potrà ripartire il 18 maggio. Per quanto riguarda le scuole superiori, invece, non c’è ancora una data certa ma la decisione sarà presa a fine maggio.
La presenza fisica in classe sarà di massimo 15 alunni, nel rispetto delle distanze di sicurezza, e gli studenti potranno comunque continuare a seguire le lezioni online. Per quanto riguarda le mascherine, sul sito del governo francese si legge che queste sono “sconsigliate” per le scuole dell’infanzia e “non raccomandate” per la scuola elementare. Sono invece obbligatorie per gli studenti più grandi e per gli insegnanti.
Regno Unito
Nel Regno Unito le scuole sono state chiuse a partire da lunedì 23 marzo “fino a data da definirsi”. Sul sito del governo britannico si legge però che le strutture continueranno ad ospitare i figli di “lavoratori essenziali”, come il personale medico o le forze dell’ordine, che non possono permettersi di restare a casa e non saprebbero, altrimenti, come gestire i bambini più piccoli. Secondo il governo, infatti, “le strutture scolastiche possono ospitare in sicurezza un numero ridotto di alunni”, mentre gli altri dovranno rimanere a casa “per fermare il contagio”.
Ad oggi, quindi, non è chiaro quando il Regno Unito intenda riaprire le scuole per tutti gli studenti, anche se indiscrezioni di stampa affermano che il premier Johnson intenda iniziare un graduale ritorno alla normalità entro il 1° giugno. La notizia non è però stata confermata dalle autorità.
Germania
La gestione di diversi ambiti legati all’emergenza coronavirus è affidata ai vari Land che compongono il Paese. Il governo di Angela Merkel non si è pronunciato in merito alla chiusura delle scuole a livello nazionale, ma tutti i 16 diversi Land hanno deciso, autonomamente, di chiudere le scuole e gli asili d’infanzia a partire dal 16 marzo. Alcune regioni, come la Sassonia o Brandeburgo, hanno organizzato centri diurni in cui i genitori lavoratori possono lasciare i propri figli durante il periodo di emergenza.
Per quanto riguarda la riapertura, Merkel ha dato il via libera a tutti gli Stati a partire dal 4 maggio. Ancora una volta, però, la decisione ultima dipende dai governi regionali, che si stanno muovendo in maniera differenziata in base alle diverse situazioni locali. Alcuni Land hanno quindi deciso di accelerare il processo, avviando il rientro graduale in classe già dal 27 aprile: è il caso di Berlino, per esempio, e della regione dell’Assia.
Spagna
Il presidente Pedro Sanchez non ha mai emanato un ordine che impone la chiusura delle scuole a livello nazionale, ma durante una conferenza stampa del 12 marzo ha comunque chiesto alle comunità autonome che compongono il Paese di provvedere a “chiudere tutti i centri educativi del Paese”. In quella data, le comunità di Madrid e La Rioja avevano già sospeso le lezioni in classe e, dopo la “raccomandazione” di Sanchez, tutte le altre 15 comunità hanno chiuso i propri istituti passando alla modalità di didattica online.
Il 28 aprile, il governo spagnolo ha presentato poi un “Plan de desescalada” per uscire dal lockdown, che parte il 10 maggio ed è diviso in tre fasi. L’obiettivo del presidente Sanchez è arrivare ad una “nuova normalità” entro fine giugno. Secondo questo ampio progetto l’anno scolastico riprenderà ufficialmente a settembre ma, a partire dalla “fase 2” diventerà possibile riaprire i centri educativi per svolgere gli esami di maturità o di ammissione all’università, e per garantire che i genitori con figli piccoli possano andare a lavorare. Tra una fase e l’altra dovranno passare almeno 2 settimane: il secondo step potrebbe quindi partire il 24 maggio, ma su questo non ci sono ancora conferme.
Conclusione
In Italia le scuole di ogni ordine e grado sono chiuse su tutto il territorio nazionale a partire dal 10 marzo scorso. In un’intervista a Repubblica del 25 aprile, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha detto che la riapertura è attualmente prevista per settembre.
Anche Francia, Regno Unito, Germania e Spagna hanno deciso di chiudere le scuole in momenti diversi, tra il 12 marzo (la Spagna) e il 23 marzo (il Regno Unito).
I piani per la riapertura cambiano però da Paese a Paese: se in Germania gli istituti hanno in gran parte riaperto il 4 maggio scorso, la Francia ha deciso di aspettare fino all’11 maggio. La Spagna, come l’Italia, conta di far ricominciare l’anno scolastico solo a settembre. Per quanto riguarda il Regno Unito, infine, il governo di Boris Johnson ha chiuso le scuole “fino a data da definirsi”, e non si sa quando verrà comunicato un piano d’azione. Indiscrezioni di stampa parlando del primo giugno come potenziale data chiave, ma questa informazione non è confermata dalle autorità.