De Raho, “la scarcerazione di mafiosi sarebbe disastrosa”
“I boss ora escono a ondate: vogliono riprendere il potere”
“Le mafie vivono di segnali. E il segnale lanciato dai boss che escono dal carcere e tornano nel loro territorio è devastante” perché “riacquistano l’arroganza, la prepotenza, la voglia di riprendersi il potere”. Lo afferma il procuratore nazionale Antimafia Cafiero De Raho in un’intervista a Il Fatto Quotidiano oggi in edicola. E il tutto, sottolinea il magistrato, “è cominciato tutto con la nota del Dap”, il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, che il 21 marzo, “preoccupato che il virus potesse dilagare nelle carceri, chiede a tutti gli istituti penitenziari di segnalare ai Tribunali di sorveglianza i detenuti con determinate patologie. Ciò che, sostiene De Raho, ha innescato “un meccanismo che ha portato centinaia di persone alla detenzione domiciliare”, “un’emorragia di scarcerazioni”.
Secondo l’Alto magistrato Antimafia, “la Dna viene a conoscenza del problema soltanto il 21 aprile, un mese dopo la nota del Dap. Prima nessuno ci aveva informati” ma ora non resta che attendere “quali saranno le nuove norme che emanerà il governo” per vedere “se sarà possibile far rientrare in carcere i boss già usciti”.